Furnari, demanio svenduto ai privati: ai domiciliari anche un architetto del Genio Civile

I Carabinieri di Messina hanno eseguito un provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del capoluogo peloritano, nei confronti di 6 soggetti, 4 dei quali (tra cui un architetto del Genio Civile di Messina) sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre i restanti 2 (entrambi funzionari del Dipartimento Bilancio e Tesoro della Regione Siciliana) sono stati sospesi per 6 mesi dall’esercizio dei pubblici uffici. L’area è stata sottoposta a sequestro.

I sei indagati sono chiamati a rispondere – a vario titolo – di falso ideologico e abuso d’ufficio, in relazione alla vendita, avvenuta nel 2014, di un vasto appezzamento di terreno di proprietà pubblica, situato nel comune di Furnari (ME), venduto dalla Regione per meno di 4.000 euro a fronte di un valore effettivo stimato in circa 350.000 euro.

A denuciare i fatti un’inchiesta delle Iene lo scorso marzo, che aveva raccolto le dichiarazioni del sindaco di Furnari Mario Foti, indignato per la svendita di un terreno pubblico che anche il comune era interessato a comprare, se solo fosse stato messo al corrente di una “gara”. Non solo, era anche emerso lo stretto legame di parentela tra chi aveva sottostimato il terreno e chi lo voleva acquistare (due sorelle).

L’ indagine è stata coordinata dalla dott.ssa Alessia Giorgianni, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina, hanno eseguito un’ Ordinanza su Richiesta per la Applicazione di Misure Cautelari Personali, Interdittive e Reali emessa dal Gip Maria Teresa Arena, a carico di:

1. Antonella Giuseppina Giuffrè (l’architetto del genio civile) nata a Montalbano Elicona il 19.03.1958 e residente in Messina Via Alfredo Cappellina n. 8 ;

2. Federico Scardino nato a Barcellona Pozzo di Gotto il 15.06.1991e residente in Furnari Via Vittorio Emanuele 107;

3. Franca La Rocca nata a Barcellona Pozzo Di Gotto il 18.02.1968 e residente in Santa Marina Salina Via Trieste n. 4;

4. Loredana Giuffrè nata a S. Pier Niceto il 17.01.1963 ivi residente in Via Nuova Russo;

5. Ninfa Cangemi nata a Monreale il 2.10.1961 ivi residente Via M 21 n. 21/A);

6. Dania Ciaceri nata a Noto il 6.10.1956 e residente a Palermo Via Silvaggio Matteo n. 64.

Nel 2012 Federico Scardino e Loredana Giuffrè avevano chiesto di prendere in concessione il terreno: alla sorella della Giuffrè subentrerà invece Franca La Rocca, che acquisterà il terreno nel 2014 e che  secondo quanto dichiara a Le Iene il sindaco Foti, sarebbe la compagna di Vincenzo Venuto, il quale conosce molto bene Loredana Giuffrè, essendo stato il suo testimone di nozze.

Ecco cosa si legge nell’informativa dei Carabinieri: “Ai predetti sono stati contestati i reati di cui agli artt. 110 e 479 c.p. “Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, perché al fine di commettere il reato di cui all’art. 323 c.p. comma 2, “abuso in atti di ufficio”, in concorso materiale fra loro, formavano un atto pubblico falso. In particolare il 2°, 3° e 4° soggetto, nella qualità di privati, determinavano Antonella GIUFFRE’, Architetto presso il Genio Civile di Messina, a formare un atto di stima di un terreno sito nel comune di Furnari, falso nella parte relativa alla stima del bene per la successiva vendita. Il funzionario Antonella GIUFFRE’ quale autore materiale, attestava  nell’atto indicato un valore per la vendita pari ad euro 3.944,80, quando il terreno andava stimato in più di 368 mila euro. La stessa, nella sua qualità di dirigente dell’Ufficio del Genio Civile di Messina, procurava un ingiusto vantaggio ai privati concorrenti indirizzando la falsa stima del terreno sito in Furnari agli Uffici del Dipartimento Regionale del Bilancio e del Tesoro della Regione Siciliana che nel mese di luglio del 2014 autorizzava la vendita in favore dello Scardino e della La Rocca per poi stipulare il contratto di compravendita presso il notaio in Barcellona P.G. l’11.09.2014.  I funzionari della Regione Sicilia procuravano intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale ai predetti privati recando evidente danno patrimoniale all’Ente regionale, violando dapprima le norme sulla trasparenza della azione amministrativa per poi autorizzare la vendita del bene all’indicato prezzo sottostimato”.

 

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