Carbone attacca D’Alia ma il presidente Udc preferisce ignorarlo

Il Pd messinese è e resta commissariato e questo significa che è un rappresentante terzo, avulso dalla quotidianità messinese, ad avere l’ultima -e forse anche la prima- parola. In attesa che nel partito si ripristini una condizione democratica -tutto rinviato a dopo il voto referendario di autunno- sta proprio ad Ernesto Carbone alzare o abbassare il pollice sulle decisioni che interessano i democrat dello Stretto. Ultimo capitolo della saga è la questione sfiducia, strettamente legata -dal Pd- alla vicenda della decadenza della consigliera Sindoni. Non si sono rispettati i criteri di legittimità e allora questo è foriero di considerazioni per altre situazioni: questa, in soldoni, la posizione del partito. E siccome proprio l’Udc è tra gli astenuti del voto di qualche giorno fa, va da sé che è un aspetto da non tralasciare. Ma con gli scudocrociati, evidentemente, le ragioni di “attrito” sono più antiche e profonde.

Così, nonostante da giorni si sia tutti in attesa di capire che intenzioni abbia questo partito carboniano rispetto al tema della sfiducia presentata da Area Popolare qualche settimana fa, tutto cià che Ernesto Carbone in persona ha ritenuto di rendere pubblico è un attacco Gianpiero D’Alia, leader di quel partito che ha contribuito a redigere il documento antiAccorinti.

Un comunicato tutto politico quello del commissario che tuona: Ci fa piacere che D’Alia abbia deciso di spostarsi sulla posizione espressa più volte dal Partito democratico -quella di mettere fine alla amministrazione Accorinti – annunciando di voler sfiduciare il sindaco di Messina.

Del resto “si fa più festa in cielo per un peccatore pentito che per novantanove giusti.

La sua scelta di abbandonare il tavolo per la sfiducia ha fatto si che Messina perdesse la sua occasione di tornare al voto a giugno, permettendo così a una città stanca e provata di poter rimettersi finalmente in gioco e a servizio dei propri cittadini.

Speriamo che le intenzioni di D’alia siano serie e non una minaccia da sbandierare e ritirare fuori al momento opportuno. I dubbi, sulla coerenza politica e sull’amore per le regole , del resto dopo l’astensione sul voto di ieri sono più che legittime.

Lo aspettiamo quindi al tavolo che lui stesso abbandonò più di tre mesi fa.”

A riguardo, il presidente dell’Unione di Centro, ha preferito non rilasciare alcuna controrisposta allo stato attuale, favorendo un composto silenzio ad una controffensiva che, forse, avrebbe avuto toni diversi.

@ElUeMme

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