Segregata in casa col figlio di pochi mesi: marito orco arrestato dai Carabinieri di Terme Vigliatore

Maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e violenza sessuale, tutti consumati ai danni della propria moglie: questi i reati di cui deve rispondere un 32enne di origini nordafricane, arrestato lo scorso 22 ottobre 2016 dai Carabinieri della Stazione di Terme Vigliatore.

Ad allertare le forze dell’ordine erano stati i vicini di casa, che sentivano spesso urla provenire dall’abitazione dove la donna viveva segregata col figlio neonato.

L’arresto è avvenuto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Barcellona pozzo di gotto, Fabio Gugliotta, su richiesta del Sost. Proc. Sarah Caiazzo, che ha diretto e coordinato le indagini dei Carabinieri. Il provvedimento cautelare è stato emesso con straordinaria tempestività, a pochi giorni dall’avvio delle indagini che, per volontà del PM, sono state condotte con grande celerità visto la gravità delle condotte accertate. Le attività svolte dai militari, infatti, hanno consentito di ricostruire il difficile contesto di violenze domestiche in cui viveva la giovane coppia.

L’indagine scaturisce da un intervento effettuato qualche giorno fa dai Carabinieri proprio presso l’abitazione dove i due vivevano, in un Comune del comprensorio barcellonese, per le lamentele di alcuni vicini di casa, che sentono urla e schiamazzi. Sul posto i militari non rilevano situazioni di pericolo immediato ma rimangono colpiti dallo stato di profonda prostrazione della donna la quale, convinta e rassicurata, vincendo un’iniziale diffidenza, ha deciso di affidarsi ai militari dell’Arma.

Con grande difficoltà e coraggiosamente, nei giorni successivi, la donna  ha vinto anche il sentimento di vergogna e ha descritto ai Carabinieri, con grande precisione, tutte le violenze subite nei due anni trascorsi con l’uomo, caratterizzati da sistematiche aggressioni con schiaffi, pugni, minacce e ma anche abusi sessuali e umiliazioni, subite dalla donna anche quando era in stato di gravidanza. Immediate sono state le verifiche dei militari dell’Arma che hanno permesso di riscontrare la dichiarazioni della donna con altre evidenze investigative e documentazione, confermando lo stato di quasi segregazione subito dalla donna.

Gli elementi raccolti sono stati così portati all’attenzione della Procura della Repubblica, e in particolare della Dott.ssa Caiazzo che su disposizione del Procuratore  Emanuele Crescenti appartiene ad un gruppo specializzato di Magistrati che tratta reati commessi in danno delle cd. “fasce deboli”. La gravità delle condotte descritte dalla vittime e dei riscontri investigativi raccolti a sostegno hanno consentito alla Procura di richiedere l’arresto del soggetto. Per il giovane nordafricano si sono quindi aperte le porte del carcere di Messina, la donna, insieme al figlio di pochi mesi, è adesso seguita da alcuni familiari e supportata dai Carabinieri che l’hanno assistita.

 

 

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