Casa Pascoli, i fascicoli dimenticati, l’abusivismo e il maggiore trasferito

di Gianfranco Pensavalli – A Messina è noto come l’isolato 121, per gli storici è Palazzo Sturiale, ovvero l’antica dimora di Giovanni Pascoli quando il poeta  insegnava a Messina. Quella prescelta dopo via Legnano. Piazza don Fano è il riferimento per il vulgo.

I signori Rosario Minutoli e Giuseppa Barbagallo, un po’ in avanti con gli anni e pure con notevolissime difficoltà a deambulare, da anni segnalano che nel cortile di casa Pascoli c’è un manufatto di tre piani fuori terra e nessuno li ascolta. Così han dato mandato all’ingegner Sergio Bruno e a messinaora per disvelare il piano criminoso.

palazzo_sturiale_pascoliSubito il rospo: l’immobile nel 2007 è stato ristrutturato e ampliato abusivamente e la proprietà denunziava in catasto l’ampliamento. Nel 2010 la prima denunzia in Procura e l’apertura di un procedimento penale, registrato come 8100.

In vero, le parti ne son venute a conoscenza solo altre denunzie penali nel 2013. Sei anni e tutto tace a Palazzo Piacentini.

Legalità sempre e solo a senso unico. L’ingegner Bruno decide di coinvolgere il sindaco Renato Accorinti, gli assessori Sergio De Cola e Daniele Ialacqua, la presidente del Consiglio Emilia Barrile e il presidente della Commissione Urbanistica e del Territorio. Anche i capigruppo consiliari ricevono la segnalazione. Che è del 9 agosto. Ah, nelle more i documenti inoltrati fin dal 2013 sarebbero stati perduti all’Urbanistica  un paio di volte. Nel marzo scorso è stata resa edotta anche la dirigente Cutroneo.

Il fatto nuovo è che negli uffici dell’ex Convitto Dante Alighieri c’è stato un rimpallo di funzionari che motivano il loro comportamento con la frasetta “l’abusivismo non è più in corso”. Il cronista ha potuto accertare che l’intervento di commissario di Polizia Municipale oggi in disgrazia per fatti penali ha alterato l’iter giudiziario, che l’intervento del maggiore dei Carabinieri  Giovanni  Mennella  non è stato affatto gradito e lo han trasferito a Enna e l’illegalità imperante e incurante è un dato di fatto.

Chiosa finale. In Procura si palleggiano il fascicolo quasi infastiditi, le associazioni che tengono banco su Casa Pascoli si ritraggono quando scoprono che la signora dell’illecito è ben ammanigliata in Curia e non solo. E se trovassimo un giudice a Berlino?

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