Messina, in centinaia ad ascoltare il più noto ufologo italiano

Centinaia di persone in silenzio ad ascoltare uno studioso, sperando di capire finalmente quale potrebbe essere il destino del mondo e se esiste qualche forma di vita al di là della terra. Non accade però in un’aula universitaria, e nemmeno in una convention scientifica, ma è il nuovo ciclo di “Conferenze Esperienziali” dell’associazione Anthurium Rosa al Teatro Annibale Maria di Francia di Messina dove oggi pomeriggio è stata presentata la riedizione del libro “Gli ufo nella mente” di Corrado Malanga, docente di chimica organica all’università di Pisa, esperto di fenomeni ufologici. In tanti hanno pagato 20 euro per assistere alla conferenza. “Avevo cominciato – ha sottolineato – lo studio degli alieni perché credevo fossero importanti, poiché se esistevano avrei potuto chiedere loro ad esempio se esiste dio, invece poi ho scoperto che cercando gli alieni trovavamo solo noi stessi, poiché loro non sono nè buoni nè cattivi ma uno specchio di noi. In verità l’alieno non ci libera da nulla ma è solo quella parte di noi femminile”. L’incontro ha inaugurato il nuovo ciclo delle “conferenze esperienziali” dell’associazione “Anthurium Rosa”.

Malanga è scrittore e ricercatore di fenomeni ufologici sin dagli anni Settanta, autore di decine di articoli apparsi nelle più quotate riviste di settore. Lo “stato dell’arte” del suo pensiero è contenuto nella lunga e inedita prefazione al libro che  è il punto di svolta, in cui egli rivela se stesso e la sua profonda evoluzione a seguito dei lunghi anni di ricerche e di studi nel campo dell’ufologia e dei fenomeni delle cosiddette abduction (adduzioni aliene).

Gli “Ufo nella Mente” è il fedele resoconto delle sedute di ipnosi regressiva di Valerio Lonzi, al tempo quarantenne. In questo libro, dal grande successo all’epoca della sua prima pubblicazione nel 1998, Corrado Malanga condivide con il lettore ciascun passaggio della sua ricerca, raccontando le difficoltà incontrate e i successi conseguiti, nonché le incredibili scoperte e sconcertanti rivelazioni con cui ebbe a cimentarsi nel corso del lavoro di emersione dei ricordi sepolti nella memoria del Lonzi. In un crescendo emotivo sempre più coinvolgente, quest’opera costituisce una delle testimonianze italiane più accurate e toccanti del fenomeno delle abduction aliene e del vissuto profondo dei repeaters, persone che si sono dette ripetutamente soggette a rapimenti alieni.

Corrado Malanga “Gli Ufo Nella Mente” analizza a fondo il primo caso di adduzione aliena in Italia studiato dal ricercatore e oggi si presenta in una riedizione con una lunga prefazione a cura dello stesso professore Malanga. Egli afferma che, del tutto inaspettatamente, i suoi studi lo hanno guidato ad osservare dapprima nel profondo inconscio degli addotti e, successivamente, nel suo stesso inconscio. Secondo l’autore del bestseller “Alieni e Demoni. La Battaglia Per la Vita Eterna” (2007, ried.2010), “non si possono conoscere gli alieni se non si conosce se stessi”: la ricerca vera comincia dunque dove quella sugli alieni termina. Sostanzialmente, la consapevolezza del problema alieno, sostiene Malanga, porta inesorabilmente a comprendere che il vero problema è la ricerca della nostra coscienza. La strada che porta a essa, per Malanga, è la via per il mondo felice; quello dove ognuno crea consapevolmente e quotidianamente la sua realtà. Il mondo appare così una nostra virtuale creazione olografica che noi abbiamo dimenticato di saper modificare.
“Prepariamoci dunque alla nuova era che sarà una era rivoluzionaria”, come ci suggerisce il professore di Pisa, “Non una rivoluzione storica, politica, economica, religiosa, sociale ma l’unica rivoluzione che ancora manca: la rivoluzione delle coscienze”.

Corrado Malanga ha pubblicato alcuni rivoluzionari saggi (Genesi – Uomo, Universo e Mito, 2013); “Coscienza”, 2013; “Evideon. L’anima dei colori” , 2014) e i recenti “La geometria sacra in Evideon, 2015); “Il Codice Delfi: La Legge delle Polarità e L’Antica Via per La Felicità”, 2015).
“Anthurium Rosa – sottolinea la presidente dell’associazione Mirella Restuccia – ha deciso di capovolgere il rapporto con l’ “ignoto” e con i suoi interpreti, qualunque nome e forma si voglia dare a queste parole. Non più l’autore che semplicemente si rivolge all’uditorio ma l’uditorio, persone in carne ed ossa, io, tu, noi, chiamati a rivolgerci a chi ha voluto raccontarci un pezzo di storia, della sua storia e della sua esperienza di vita. Solo in questo modo sarà possibile diventare tutti “autori”, partecipi di quel pezzo di vita, di quella storia, di quell’esperienza, che diverrà condivisa perché fatta propria da tutti noi, “autori implicati” perché già avremo iniziato a conoscere, perché la “vita raccontata” sarà nel frattempo divenuta “vita vissuta” e le domande, gli interrogativi partiranno da elementi di conoscenza che, appresi, susciteranno nuova conoscenza, in un dialogo con l’autore che non solo dà ma anche riceve”.

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