L’ACR Messina, le giovanili “bacinella” e i bilanci farlocchi

di Gianfranco Pensavalli – L’ACR Messina sta rischiando con il fuoco. Perché usa mezzi impropri per sostenersi, ovvero le “tangenti” pagate dalle famiglie dei calciatori delle giovanili, finite nelle tasche di una società ricollegabile a Nino Micali, socio al 2%, patron del Milazzo, ex  Forza Calcio ( eccellenza, girone B).

Messinaora ha già disvelato i passaggi di denaro, quella sorta di “bacinella” che porta a versare gli euro delle minori nel contesto Pro, l’uso spregiudicato della foresteria del San Filippo (elevato al rango di residenza alberghiera con il Comune zitto e i vigili urbani pure, ndc) e, prima ancora, dell’Oasi (regalo di Michelangelo Alfano alla parrocchia di San Gabriele, ndr) e aveva virato sui giovani dell’Istituto Maiorana disponibili a raccontare la verità su quanto sopportato per amore del pallone. Ma sono stati minacciati e tutto è saltato. Trattandosi di minori sarebbe stato il tutor scolastico Mario Caruso a  rompere il fronte. Ma tiene famiglia…

Intanto, Nino Micali e Giovanni Di Bartolo han conquistato il Due Torri e  “respirano”. Gestire una novantina di giocatori non è roba semplice. Spiace davvero tanto che sia stato coinvolto Mimmo Cecere, oggi ristoratore e procuratore alle prime armi. Ma gli euro di Micali, contestatissimo dalla tifoseria, han fatto bene alle casse dell’ACR. Che sono in attivo! 5965 euro a fronte di un passivo con Pietro Lo Monaco ( ci arriveremo, calma) vicino ai 750mila euro.

I debiti, in vero, ammontano a 1,2 milioni  azzerando i  “Debiti verso i soci per finanziamenti infruttiferi” , circa mezzo milione. Che Pietro Lo Monaco aveva azzerato e poi richiesto, rivolgendosi al giudice Carolina La Torre. Che avrebbe deciso di dichiararsi incompetente sulla querelle e spedito agli atti al Tribunale delle Imprese. Palermo, dicono alcuni. Ma è Catania la competente. Andiamo avanti. 650.000 euro son debiti di natura fiscale e previdenziale. E veniamo ai presunti crediti: un milione. 166.000 verso gli attuali soci.

La gestione viaggia sui 2 milioni di euro. Ma per i giocatori si è speso meno. E, infine, i ricavi straordinari ammontano a 782.000 euro e i costi straordinari a 319.000.

Operazione di altissima ingegneria finanziaria che convince zero. come si chiama il revisore dei conti? Riccardo Ramuglia. Ma  ci son due cosette da aggiungere. Cos’ha detto Arturo Di Napoli ai giudici di Catanzaro su certe partite? E qual è il ruolo del trio Lo Monaco-Ferrigno-Failla nell’inchiesta di Catania con dentro la mafia? La partita che era individuata in stralcio è la famigerata Messina-Ischia del non ” giochiamo più , il pari ci sta benissimo”? Ancora un po’ di tempo: serve la conclusione indagini etnea in mano.

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