Messina riparte dal “servire”, con il Khadi e il Pallio

di Palmira Mancuso – Il nuovo anno si apre sulla spinta emotiva, ma concreta, dell’arrivo del nuovo arcivescovo.

Monsignor Accolla era atteso dalla chiesa messinese, dove due amministratori apostolici si sono succeduti dopo le dimissioni di La Piana.

“Coraggio, coraggio coraggio” è stato il mandato di Papa Francesco, a cui il porporato ha risposto “eccomi” in quello spirito di servizio che ieri è stato anche centrale nell’omelia della Solenne Messa al Duomo di Messina.

Molto chiaro nel dire che non è “Don Chisciotte”, e che la sua missione sarà il rinvigorimento della comunità dei presbiteri. “Come lo farò? ancora non lo so, ma so con chi: con tutti”, ha detto ieri durante la conferenza stampa che si è svolta al seminario arcivescovile, luogo in cui si formano i sacerdoti, dove il seme delle vocazioni deve diventare frutto. Una scelta che è apparsa simbolica, rispetto al Palazzo della Curia, che in questi anni è stato anche luogo di arrivismi e pettegolezzi, facendo emergere diverse fragilità della diocesi.

arcivescovo 7Prima del suo ingresso in Cattedrale l’Arcivescovo è stato accolto dal sindaco della città: poche formalità, il sagrato della chiesa, un cartello da parte di fedeli con scritto “con Accolla Messina decolla”.

Due uomini chiamati a guidare la città, in ruoli diversi, ma che ieri hanno mostrato intenti comuni. Due uomini chiamati a “servire” la propria comunità e che di questo impegno hanno mostrato anche i simboli, che possono rappresentare uno stile di vita.

arcivescovo- accorinti 5Accorinti con il Khadi indiano, segno di povertà e riscatto, la cui tessitura fu messa in pratica anche come forma di lotta contro l’impero britannico, osteggiato da Gandhi con diverse azioni non violente (tra cui il boicottaggio economico) e l’arcivescovo Accolla con il Pallio, una striscia di stoffa di lana bianca avvolta sulle spalle, che rappresenta la pecora che il pastore porta sulle sue spalle come il Cristo ed è pertanto simbolo del compito pastorale di chi lo indossa e che gli verrà ufficialmente consegnato il prossimo 29 giugno.

I poveri e gli ultimi non sono solo categorie sociali. Sono anche categorie umane e spirituali. E con questa prospettiva ecco che la “vocazione profetica al servizio” invocata da Mons Accolla, coinvolge tutti gli ambiti in cui laici e cattolici sono chiamati ad agire per il bene comune, per una società più giusta, per la pace.

arcivescovo 22Prima di impartire la benedizione Mons. Accolla ha pregato per il senzatetto trovato senza vita nell’ex supermercato Standa, “perchè nella gioia bisogna avere memoria di chi soffre”. Parole chiare di un arcivescovo che appare mite, ma deciso. Che appare non scontato, e altrettanto deciso a non fare sconti, animato da quella “santa inquietudine” che dovrebbe essere continuo stimolo per tutti.

La Messa Solenne finisce mentre fuori la temperatura continua a scendere, come i primi fiocchi di neve. In queste ore il freddo e i senzatetto sono la priorità.

La città è viva e solidale: Accorinti in accordo con l’assessora Santisi lascia aperto Palazzo Zanca a chi vuole ripararsi. Una stanza al caldo, dietro l’urp, dove c’è anche un bagno. La Comunità di Sant’Egidio in prima linea, ad organizzare il ristoro per i più bisognosi. La Caritas anche stanotte si prenderà cura di molti invisibili, la “Casa di Vincenzo” farà la sua parte, così come la Croce Rossa.

Freddo inconsueto che riscalda i cuori. E pensiamo alla frase di San Paolo ai romani, che leggiamo sul biglietto augurale dell’inizio del ministero episcopale: “gareggiate nello stimarvi a vicenda”.

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