La “cattiva” scuola: sono undici i bambini picchiati a Reitano

di Gianfranco Pensavalli – A Reitano, meno di settecento anime compresse tra i monti (Mistretta) e il mare ( la frazione Villa Margi ma anche Santo Stefano di Camastra) i giornali non arrivano. E così ha gioco facile chi cela le notizie,  come  nel caso degli undici bambini picchiati da quattro maestre, che la Procura di Patti intende processare.

Gli abitanti del paesino retto dal ragionier Salvatore Villardita, che ha un buco di oltre 600.000 euro, devono-giocoforza-affidarsi ai social e ai siti per essere informati.  Ed è facile appurare che non sono un esempio di professionalità perché hanno necessità di coprire, nascondere, deviare, se la notizia della chiusura indagini a carico delle maestre Giuseppa Calanni, Serafina Aragona, Rita Crascì e Graziella Lanza Cariccio, le parti offese- ne sono  state individuate sette, compresa una marocchina- l’apprendono prima ancora che dalle notifiche, da una giornalista legata da più vincoli allo studio legale delle indagate.

Chi verga queste note scende in campo per evitare che gli assistiti dello studio Di Salvo di Santo Stefano di Camastra non vengano lasciati soli in un battaglia difficile e con controparte lo studio Ricciardi di Acquedolci, lo studio Trovato  e quello del noto Carmelo Occhiuto, ai quali si  è aggiunto  un legale di  Torino, nominato da Giuseppina Calanni.  E sembra non sia più Paolo Chicco, ovvero lo studio Ugo Colonna, “l’Ambrosoli di Sicilia”.

Uno dei genitori degli undici bambini picchiati e che compaiono nel video che inchioda le maestre e finito nell’inchiesta del pm di Patti Giorgia Orlando (delega al Commissariato di Polizia di Sant’Agata di Militello) dichiara: “Meno male che, una volta trasferite tutte le maestre e la collaboratrice scolastica Regina Bruno, uscita dal processo  ma per la quale i dubbi restano, i nostri figli hanno riapprezzato la voglia di andare a scuola. Ma, per quanto mi riguarda, il paese si è rivoltato contro di me. Cattiva pubblicità, telecamere e taccuini invadenti”. Vero, verissimo. Anzi, molto peggio.

A guidare la fronda il parroco Nicola Testa, insegnante di religione,  ripetutamente denunziato al vecchio vescovo di Patti. Il cronista lo incontra nel market di fronte al Comune. “Non  m’importa  di quel che vuol sapere delle mie omelie sulla  vicenda delle maestre”. Messaggio parecchio edulcorato rispetto a quanto accaduto. Uno dei 120 intervistati affonda la katana. ” Si faccia dire quanta gente va alle sue messe…”.

Ci vogliono un paio di ore per capire che il Comune non si costituirà parte civile. Il sindaco Villardita: “Ci vogliono 25.000 euro e non li abbiamo e, in ogni caso, non ci va di far cassa chiedendo 100-200.000 euro per danno d’immagine”. Musica per l’orecchie di Tecla Cupane, il vice sindaco che è tra le più ” vicine” a Fina Aragona e che potrebbe avuto un ruolo importante dal punto di vista della comunicazione. E’ impiegata all’Ufficio Collocamento ma ha legami strettissimi con Fiumara d’Arte e conosce un mare di giornalisti.

A proposito della maestra Aragona. Vive nella zona verso la stazione ferroviaria di Santo Stefano di Camastra ed è la moglie del maresciallo dei carabinieri Re, che opera  presso la compagnia amastratina. A Mistretta la “Fina” è stata ricollocata dalla dirigente scolastica Antinoro.  Che ha una sua referente a Reitano, ma non è  stato possibile  incontrarla.

Gran signore  il collaboratore scolastico, lodato da un altro padre degli sventurati bambini: “Difficile dire se siano davvero sereni. La preside non ha voluto capire, il mondo della scuola è perverso, troppo lontano da gente come noi che vive di giornate”.

L’Arma, in questa inchiesta, è fuori gioco visto che diventa inopportuno coinvolgerla  fin da subito e ci vorrà un colpo di “genio”  per finire  davanti ai poliziotti del vice questore Manganaro.

A Reitano c’ è chi invoca il Santo Patrono Erasmo e chi fa il mistrettese con Santo Liberto – rivalità atavica- e chi , meno cristianamente, è un po’ forcaiolo e invoca il carcere per le maestre.

A proposito: Giuseppina Calanni fa vita monacale a Marina di Caronia. Trenta metri casa- strada e stop. La spesa la fa la sorella sposata Manetto, che abita sulla Provinciale 168 e poi c’è il fratello veterinario. Antonino, che è stato arrestato poco prima di Natale per l’operazione Gamma-Interferon, ovvero veleni sui Nebrodi. Calanni poco amati a Marina di Caronia. Il cronista prova a convincere la Calanni – ricordiamolo, sospesa per un anno- a una difesa : “Non no intenzione di parlare…”. La vicina di casa origlia e non gliele manda a dire. Cosiccome è stata durissima una giovane di  Reitano che sta per lasciare il paese per volare in Toscana. “Qualcuno ha la coscienza sporca, ci sono dei bambini, servivano e servono punizioni esemplari”.

Il circondario attorno a Reitano non conosce i fatti. Si basa sul sentito dire. Già, i giornali da quelle parti non arrivano più.

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