Ardita “grillino”: lo “difende” Mentana

Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto di Messina, magistrato antimafia e anticorruzione, è in questi giorni al centro di una polemica sorta dopo l’annunciata presenza al convegno inaugurale della neonata Associazione Casaleggio, che si terrà l’8 aprile ad Ivrea.

Tra le righe, infatti, c’è chi sostiene che siano i segnali di una svolta grillina dal nostalgico sapore dipietrista, tanto da considerare come plausibile la prossima candidatura nel movimento 5 stelle di Piercamillo Davigo, che ha appena lasciato la guida dell’Anm e con Ardita è coautore del libro Giustizialisti.

Dal canto suo Davigo, interpellato da “La Stampa”,  ribadisce che le carriere di magistrato e di politico è meglio rimangano separate. Così come Ardita ha spiegato al Corriere di non aver mai conosciuto Gianroberto Casaleggio e che si limiterà a parlare di giustizia, ribadendo: “Non credo proprio che per un magistrato sia utile e legittimo appartenere ad orbite di partiti politici. Se c’è una cosa che condivido con l’M5S è la separazione tra politica e giustizia. Provengo dalla tradizione culturale dei magistrati “law and order” che non gradiscono queste alleanze”.

A mettere acqua sul fuoco dei “giustizialisti” (anche quelli che non hanno inteso il senso provocatorio del libro di Ardita e Davigo) ci pensa Enrico Mentana.

Il direttore del tg di La7 ha infatti risposto al Corriere, di cui “non comprende lo stupore” su un evento che “non è mica una rimpatriata tra amici” a cui guardare senza pregiudizi.

E chiamato a risponde sulla presenza di Ardita (che al blog del M5S concesse una lunga intervista) a proposito di mix tra toghe e politica, il direttore più amato dai social, dice: “È sempre successo. Il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, non è forse andato al convegno Pd pochi giorni prima di Mafia Capitale? Non ci vedo nulla di strano. Quello che non va bene è fare politica e poi tornare in magistratura”.

Del resto, i magistrati come i giornalisti, sono chiamati ad un approccio non pregiudiziale con i fenomeni (politici e sociali), prima di farsi un’opinione che sia quanto più fedele alla realtà. Ecco perchè il peggior errore sarebbe sottovalutare un fenomeno politico che, sebbene sia per certi versi la deriva di un populismo forcaiolo, dall’altro è l’evidente sintomo di una necessità di ridare dignità e valore alle istituzioni e ai poteri dello stato. Magistratura compresa. (@Pal.Ma)

 

 

 

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