Tendagate, il vigile urbano è accusato di falso e calunnia

Tendagate. Notificata a Messina dal pm Massara la chiusura delle indagini nei confronti dell’ispettore Marcello Vita. Il poliziotto municipale è accusato di reato di falso in atto pubblico, calunnia e falsa testimonianza “poiché, nella qualità di pubblico ufficiale, redigendo verbale di arresto nei confronti di Runci Sergio e Romeo Filomena, attestava falsamente fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità”.
In particolare, nel verbale di arresto, contrariamente al vero, dichiarava che gli arrestati, per contrastare il compimento di un atto d’ufficio da parte dello stesso, “lo spintonavano brutalmente, tanto da fargli perdere l’equilibrio e da farlo sbattere violentemente con il polso e la mano destra contro il tronco di una palma ivi presente”, e così incolpandoli del reato di lesioni personali. Inoltre, scrive il pubblico ministero Francesco Massara, “deponendo come testimone davanti al Tribunale di Messina… affermava il falso”.
Sono invece di lesioni colpose come conseguenza di altro delitto e resistenza a pubblico ufficiale le accuse nei confronti di Sergio Runci e Filomena Romeo, “poiché, usando violenza al pubblico ufficiale Marcello Vita per contrastare il compimento di un atto d’ufficio, provocavano, quale conseguenza non voluta di tale delitto, una lesione al polso della mano destra a Vita Marcello. Nello specifico, opponendo una forza contraria a quella esercitata da Vita Marcello per rimuovere una tenda abusivamente posta in via Tommaso Cannizzaro nelle adiacenze del tribunale di Messina, cagionavano a quest’ultimo, quale conseguenza non voluta di tale azione oppositiva, una lesione al polso della mano destra. Fatto aggravato poiché commesso contro un agente di pubblica sicurezza nell’atto dell’adempimento del servizio”.
Nessun provvedimento per gli altri vigili urbani coinvolti nella vicenda e sui quali il giudice Micali, nella motivazione della sentenza contro Runci e Romeo, sollevò “serie perplessità” sull’operato degli stessi nell’esecuzione del verbale d’arresto.
In primo grado dieci mesi di reclusione per Sergio Runci e sei per “Irene” Filomena Romeo, pena sospesa per entrambi. Per tutte le udienze, all’esterno del Tribunale, si tenne un presidio di solidarietà del collettivo Pinelli. (@Gianfranco Pensavalli)

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