Antoci, “Cu fu?” e l’asse Cesarò-Tortorici

Tempo fa alcune intercettazioni misero a nudo un “Cu fu?”, nel senso che le mafie di vertice, qualche stiddaro, i mediatori palermitani e persino quelli delle ‘ndrine che son presenti sul mercato della droga etneo e vittoriese, non riuscivano a dare un nome a chi avesse ordinato di far l’attentato ad Antoci tra Cesarò e Tortorici.

La fuga di notizie sugli avvisi, resisi obbligatori per accertamenti irripetibili, rilimita a tortoriciani e alla famiglia di Cesarò le “puntate” della Dia di Messina – coordina la squadra mobile peloritana- e riporta a recenti operazioni di sequestro dei beni in quota Catania (Cesarò dipende da quella Procura) con utilizzo di uomini della Squadra Mobile di Messina.

Inoltre, viene alla mente un’operazione del febbraio scorso con nove arresti: Roberto Calanni, di Paternò, 37 anni, Salvatore Catania, 55 anni, di Bronte, Giuseppe Corsaro, 33 anni, di Bronte, Antonino Galati Giordano, 34 anni, di Bronte, Luigi Galati Giordano, 32 anni, di Bronte, Salvo Germanà, 41 anni, di Bronte, Carmelo Lupica Cristo, 62 anni, di Tortorici, Giovanni Pruiti, 41 anni, di Bronte e Carmelo Triscari Giacucco, 44 anni, di Cesarò.

Dunque, Pruiti, il nuovo capo delle cosche di Cesarò. E i tortoriciani? La famiglia Conti Taguali. (@G.Pensavalli)

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