Operazione Beta: Lo Castro resta ai domiciliari per “concorso esterno” in associazione mafiosa

Resta ai domiciliari il noto avvocato Andrea Lo Castro, coinvolto nell’operazione antimafia Beta, che ha svelato le connivenze di una cellula di Cosa nostra catanese nel territorio di Messina, che avrebbe proiettato i propri interessi in diversi settori dell’imprenditoria e che per infiltrarsi nell’economia reale.

Per Lo Castro, ai domiciliari dopo l’interrogatorio di garanzia, resta in piedi l’accusa di concorso eserno in associazione mafiosa.

Il noto avvocato 54enne, consulente di pubbliche amministrazioni e politici,  è indagato anche per intestazione fittizia di beni e concorso in riciclaggio, reati che per il Tribunale del Riesame non sono stati ritenuti sufficienti a giustificare le esigenze cautelari (che restano valide per la più grave accusa di concorso esterno).

Secondo quanto emerso dall’indagine condotta dalla Procura di Messina, Lo Castro avrebbe avuto un ruolo chiave prima come consigliere poi come “consigliori” di imprenditori la cui provenienza mafiosa era nota, finendo per partecipare in prima persona ad alcun affari più che limitarsi a gestire legalmente i passaggi societari. Infatti, dall’indagine è emerso che l’avvocato si sarebbe intestato un locale del complesso Nuovo Parnaso, mentre in realtà l’acquisto era per conto di Vincenzo Romeo, nipote del boss Nitto Santapaola.

Lo Castro è difeso dall’avvocato Nino Favazzo, noto per essere anche il difensore di fiducia di Fracantonio Genovese.

 

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