Enrico Lo Verso, “figlio del caos”

di Palmira Mancuso – Un’ora e mezza di monologo da togliere il fiato. Enrico Lo Verso ha segnato con un’ intensa interpretazione del classico pirandelliano “Uno nessuno e centomila” l’inizio di una serie di spettacoli che il pubblico messinese potrà vedere fino a tutto il mese di Agosto in Fiera.

Quel che è rimasto della Fiera, che tuttavia è apparso un contenitore arricchito di grande contenuto, grazie alla direzione artistica di Gigi Spedale che con la Rete di Drammaturgia Contemporanea “Latitudini” ha collaborato a rendere più che interessante l’articolato cartellone di spettacoli promosso dalla People on the Move di Claudio Prestopino.

Ieri sera l’improvviso acquazzone ha fatto temere il peggio: ma i tecnici del service, il pubblico e lo stesso Lo Verso hanno atteso che “Giove pluvio” finisse il suo di monologo, per poi concentrarsi su uno dei testi più  importanti del novecento dando il via ad una spettacolare seduta di psicoanalisi di gruppo.

Si, perchè l’adattamento e la regia di Alessandra Pizzi hanno sintetizzato il lungo dramma interiore di Vitangelo Moscarda in un monologo in continuo dialogo col pubblico, che grazie alla bravura di Lo Verso, ha ritrovato quell’umorismo amaro che caratterizza il pensiero pirandelliano, senza sconto alcuno alla contemporaneità.

figlio_caosNello specchio quale strumento per riconoscersi o perdersi, cercando l’immagine più vicina a quella “identità” che gli altri inevitabilmente non riconoscono se non attraverso la propria interpretazione, ci sembra di vedere il nostro grande specchio contemporaneo, quei selfie sui social, quando Annarosa sceglie il sorriso migliore prima di mostrarlo al suo amante, a cui poi sparerà.

Uno nessuno e centomila è uno di quei libri che segnano l’adolescenza, quando al liceo cominci a confrontarti con la storia del pensiero umano e con la tua stessa identità che pretende di riconoscersi: un percorso che sta solo inizando per poi seguirti  tutta la vita, chiamandoti a riflettere sulla consapevolezza del tuo essere unico ma capace di continue trasformazioni. Un testo da tenere sempre sul comodino, come moderna bibbia dell’individuo: un libro che hai voglia di riprendere in mano appena finisce lo spettacolo, per ritrovare quelle riflessioni che il bravo Lo Verso ha fatto arrivare fino alla profondità del tuo ventre, inevitabilmente scatenando pensieri e sentimenti complessi.

« La vita non conclude. E non sa di nomi, la vita. Quest’albero, respiro tremulo di foglie nuove. Sono quest’albero. Albero, nuvola, domani libro o vento: il libro che leggo, il vento che bevo. Tutto fuori, vagabondo »

Stasera un altro appuntamento che rappresenta la migliore Sicilia, con Lucia Sardo che porta sul palco la storia di Peppino Impastato attraverso lo sguardo della madre a cui ha dato volto e occhi nei Cento passi e che adesso arriva in teatro:  “La madre dei ragazzi – Vita e lotta di Felicia Impastato”.

 

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