Seggio perso all’Ars, ricorrono Picciolo e Germanà

di Gianfranco Pensavalli – All’Ars già tremano. Perchè non è la solita patacca dei candidati che non sono eletti e che provano a fare come i bambini quando si portano via il pallone. Il ricorso presentato da Giacomo Scala, ex Sindaco di Alcamo e candidato alle Regionali nella lista del Psi – Sicilia Futura, è una cosa seria.

Anche perchè subito dopo il suo ricorso ne sono arrivati altri  da tutte le province a firma di altri deputati non eletti, da Nino Germanà e Beppe Picciolo a Messina a Enzo Vinciullo a Siracusa e Piero Alongi a Palermo. Tutti chiedono in coro di annullare le elezioni o quanto meno di escludere alcune liste. Per prima  quella del Movimento 5 Stelle e anche quelle di altri partiti, da Forza Italia ai Popolari e autonomisti.

Ma perchè questa agitazione? Perché, effettivamente, è stato combinato un piccolo pasticcio, nella presentazione delle liste. Cerchiamo di spiegarlo bene. Tutto riguarda le autocertificazioni da presentare per le elezioni regionali. Secondo Giacomo Scala ci sarebbe stato un errore degli uffici regionali che nei moduli per l’accettazione delle candidature avevano previsto un impegno, per i sottoscrittori, a rispettare una legge del ‘90 che non esiste più.

E allora? L’errore è stato scoperto prima della scadenza delle liste, e allora i moduli sono stati corretti con la dicitura “e successive modifiche e integrazioni”. Ecco, per Scala non va bene neanche così, perchè se una legge è cancellata non puoi fare riferimento alla sua “modifica”, e, altra cosa, manca nella modulistica, comunque, il riferimento alla legge “Severino”.

Quindi ci sono candidati che hanno firmato i moduli come erano, e ora rischiano l’esclusione, e altri che hanno invece aggiunto un’autocertificazione in ottemperanza a quanto dispone la Severino. Cosa che hanno fatto ad esempio tutte le liste di centrosinistra.
Le altre forze politiche si sono comportate in modo diverso sul territorio: a Trapani, ad esempio, le liste di Udc, Forza Italia, Diventerà bellissima, Popolari e autonomisti, Siciliani Liberi e Cento Passi non avrebbero in allegato le autocertificazioni previste dalla Severino. Il Movimento 5 stelle non avrebbe allegato queste certificazioni in tutti i collegi.

Scala chiede la cancellazione delle liste “difettose” e si è rivolto all’ufficio circoscrizionale elettorale per bloccare la proclamazione degli eletti. Idem altri candidati in altri collegi.
L’elezione di Musumeci non verrebbe messa in discussione, ma lui potrebbe perdere la maggioranza e comunque alcuni eletti nel listino. Il Movimento 5 stelle rimarrebbe fuori dal Parlamento.

Perchè il ricorso è serio? Perché c’è il precedente. Di recente, infatti, il Consiglio di Stato ha annullato le candidature di alcune liste in Basilicata proprio
per la mancanza di autocertificazioni scritte in base alla legge Severino. Lo scenario potrebbe ripetersi anche in Sicilia. Tuttavia è giusto dire che la giurisprudenza amministrativa non è unanime. E insomma, si prepara una battaglia a colpi di carte…

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