A Messina ultima tappa del “Progetto Camper”

Piazza Cairoli, è stata cornice dell’ultimo appuntamento del Progetto Camper promosso dalla Questura di Messina in prima linea nella lotta al femminicidio.

Nella giornata mondiale in memoria delle donne vittime di violenza la divisa incontra la città per testimoniare l’impegno profuso giornalmente dai poliziotti a tutela di quante subiscono forme di amore malato.

Consapevole dell’importanza dell’informazione nella battaglia contro il muro del silenzio nel quale molte si rifugiano, la Polizia di Messina tira le somme di queste cinque settimane itineranti che da un quartiere ad un altro, passando per le scuole e gli oratori della città dello stretto, l’hanno vista impegnata in una campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere.

Il bilancio è positivo: tanti gli studenti, i genitori, gli insegnanti, i passanti che gli operatoti di polizia hanno incontrato con l’entusiasmo di sempre rispondendo a domande, curiosità, spiegando gli strumenti messi in campo nei casi in cui viene sporta denuncia per reati di violenza subiti da una donna.

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Un investimento nelle future generazioni che mira al cambiamento culturale: questo uno degli obiettivi del progetto che non a caso ha visto tra i suoi protagonisti proprio i ragazzi.

Una sfida impegnativa nella quale la Polizia ha voluto al suo fianco altre figure specialistiche: Cedav, Ospedale Papardo, Eva Onlus, Posto Occupato sono stati i preziosi compagni di questo viaggio speciale.

Il fine unitamente perseguito è quello di proteggere chi è costretto a vivere nella morsa dell’umiliazione, della mortificazione, dell’indifferenza, della brutalità.

Il messaggio di cui il gruppo di lavoro costituito dalla Questura di Messina si è fatto, a gran voce, portatore è dare coraggio alle donne e farle sentire parte di un sistema nato per tutelarle consci di quanto sia difficile, senza la loro collaborazione, penetrare la sfera privata, le mura domestiche all’interno delle quali si consumano fattispecie criminose ai loro danni.

Il sacrificio di alcune di loro e la presenza delle istituzioni possano aiutare quelle donne che ancora oggi vivono drammatiche situazioni a trovare il coraggio di liberarsi dei loro carnefici: questo è l’auspicio per il futuro.

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