Mafia barcellonese: colpiti esecutori e mandanti di decine di estorsioni compiute negli ultimi anni

Il settimo capitolo dell’operazione Gotha ha interessato le attività attraverso le quali veniva garantito il sostentamento economico dell’organizzazione mafiosa, garantendone il potere sul territorio

 di Carmelo Catania

 Uno degli aspetti rilevanti dell’operazione Gotha sette, che oggi ha colpito i nuovi vertici della famiglia mafiosa barcellonese, è sicuramente l’aggressione da parte delle forze dell’ordine e della magistratura della capacità del sodalizio criminale di accumulare risorse economiche attraverso la costante pressione sulle attività economiche locali, non solamente attraverso il “tradizionale” pizzo, ma anche imponendo agli imprenditori vittime l’affidamento a imprese controllate di servizi come la guardiania dei vivai, ad esempio, o nell’esecuzione di subappalti, nell’ambito di commesse pubbliche.

Come il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Mannucci Benincasa, ha evidenziato nel corso della conferenza stampa di stamani, questo settimo capitolo rappresenta la continuità dell’attività di demolizione sistematica della mafia barcellonese portata avanti in questi ultimi anni.

Tra gli arrestati di oggi – ha spiegato Mannucci Benincasa – “troviamo soprattutto coloro che all’organizzazione garantivano la parte economica”.

Le indagini hanno permesso di appurare come l’organizzazione riusciva a garantirsi cospicue entrate economiche attraverso il taglieggiamento di decine e decine di imprenditori e commercianti, soprattutto del settore floro-vivaistico del comprensorio tirrenico.

“Anzichè essere costretti – ha proseguito il comandante provinciale dell’Arma – a pagare, come per gli altri normalmente avveniva, somme di denaro periodicamente a Natale, a Pasqua e a Ferragosto”, “a queste attività economiche noi assistiamo a quella che è l’imposizione della guardiania, cioè un servizio di vigilanza privata di imprese vicine a cosa nostra imposto ai proprietari di queste aziende”.

È stata ricostruita “una sequenza di attività estorsive che evolve dalla metà degli anni Novanta, fino ai nostri giorni, fino a pochi mesi fa. Fino a quando attraverso aggressioni, pestaggi e minacce portate a professionisti e imprenditori locali, la mafia barcellonese ha continuato a esercitare il proprio potere sul territorio”.

Un’attività condotta con sistematicità, anche nell’imposizione di imprese per l’esecuzione di opere pubbliche. “Anche nell’esecuzione di subappalti attraverso imprese compiacenti”.

“Ci troviamo – conclude Mannucci – di fronte ad un’inchiesta che nel suo complesso dimostra l’assoluta operatività [dell’organizzazione, ndr], nonostante i duri colpi che nel tempo sono stati inferti”.

Anche il questore di Messina, Mario Finocchiaro, ha voluto evidenziare l’attività repressiva del fenomeno mafioso-estorsivo, lanciando un appello per una maggiore collaborazione con gli inquirenti e le forze dell’ordine ai commercianti e a gli imprenditori che subiscono il taglieggiamento delle cosche.

“Lo Stato c’è, lo Stato quando viene messo in condizione, di intervenire, arresta gli autori delle estorsioni. Purtroppo ancora la collaborazione non è massima, speriamo che con quest’operazione si riesca a dare un ulteriore momento di fiducia a chi subisce le aggressioni da parte delle organizzazioni mafiose, per un atteggiamento maggiormente collaborativo”.

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