Guglielmo Sidoti si dimette da responsabile Giovani Democratici: “Il partito non ha visto la passione”

“Con grande rammarico comunico le mie dimissioni dall’incarico di Responsabile Organizzazione dei Giovani Democratici Sicilia. Una scelta sofferta, maturata in mesi di attenta analisi, non più rimandabile a causa del progressivo, quanto irreversibile, mutamento genetico avvenuto in seno al Partito Democratico, specialmente al Sud Italia”. Esordisce così Guglielmo Sidoti che con una nota ha annunciato ufficialmente le sue dimissioni. “Non si cancellano certo con un colpo di spugna entusiasmi, energie e tempo spesi per quasi 10 anni al servizio del Partito e della sua giovanile, come pesa sentire estranea la casa che hai contribuito a costruire”.

Parole sofferte, le sue, in cui ha voluto ricordare gli anni di impegno all’interno del PD. “Sono stati anni intensi; fatti di battaglie, speranze, cocenti sconfitte e ripartenze. – continua la nota – Ho conosciuto centinaia di persone con la mia stessa passione, i treni delle 6 del mattino per raggiungere l’iniziativa politica, la stanchezza dopo una notte di attacchinaggio, le stanze fumose di riunioni spesso inconcludenti (ma impegnate). Soprattutto le persone incontrate, le porterò sempre con me. Sono loro a cui ho pensato in questi mesi. Militanti, giovani amministratori, uomini e donne generose e pronti a fare la propria parte. Presidiano i territori, fanno i volantinaggi, lavorano silenziosamente (prendendosi gli insulti) per la costruzione di un progetto. Per loro la politica è passione, libera e disinteressata, non mero calcolo di opportunità. Questo il Partito sembra non vederlo; troppo occupato a mobilitare in teatri gremiti e annoiati, utili accreditamenti per qualcuno e respingenti per la gente vera” 

Segno, questo, che l’esito delle politiche 2018 sta davvero dividendo tutti:”Così di anno in anno la linea è stata sempre più nitida; alle storie politiche ed umane delle comunità si è preferito il micronotabilato, i portatori di interessi, i pacchetti di voti garantiti. È successo soprattutto al Sud Italia, nonostante qui fosse più forte la disperata necessità di un cambiamento. E mentre l’analisi della sconfitta vede una quasi totale assenza di autocritica, ma anzi sembra voler sminuire le scelte dell’elettorato, in alcuni casi persino bollato come “immaturo”, i cittadini attraverso il proprio voto, hanno bocciato inesorabilmente una stagione politica e la sua classe dirigente. La più cocente sconfitta per chi ha fondato la propria fortuna sul rinnovamento salvo tradirlo a partire dalle scelte, calate dall’alto, sulle candidature nei listini.  C’è poi un ulteriore elemento, che per chi come me proviene dal mondo dell’associazionismo assume un peso rilevantissimo; l’immagine di quei tanti ragazzi appassionati che hanno scelto di mollare, e che adesso disillusi semplicemente non credono. Non mi riferisco ai disinteressati, quelli a cui poco è mai importato, ma a chi ha creduto, lottato per le proprie idee, convinto altri a fidarsi e fare lo stesso e che adesso vive la disillusione più cocente. A loro deve essere data una seconda possibilità, quella di tornare a credere ed entusiasmarsi per un progetto che non riguardi “qualcuno”, ma “qualcosa” di cui sentirsi parte orgogliosa.

Tutti loro meritano di ritrovarsi in un posto in cui sentirsi a casa che per me continua a rispondere al nome di centrosinistra, ma non questo. Non così. Infine una menzione speciale la riservo alla mia federazione, quella messinese, del Partito Democratico. In questi anni, post Genovese, si sarebbe potuto e dovuto costruire. Le candidature alle regionali prima e quelle alle politiche adesso dimostrano perché non vi fosse la volontà di farlo; il partito non doveva costruire i propri anticorpi. Più comodo consegnarlo da un padrone all’altro, come se intere generazioni, storie personali e politiche di spessore non esistessero. Messina come casellina elettorale e nulla più. Su questo punto e sugli altri faccio autocritica. Di aver creduto, sostenuto, impiegato tempo ed energie convinto che sarebbe cambiato qualcosa, ceduto alle promesse dell’imminente svolta, sempre dopo qualcosa, ma sperate fino in fondo. Una stagione per me si conclude definitamente, quella appena iniziata, seppur carica di incertezze, vede un rinnovato entusiasmo. Non ci si dimette da una passione, né tanto meno dall’impegno” 

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