Arsenale: i bacini restano sotto sequestro, rigettata la richiesta di rimozione dei sigilli

Inquinamento ambientale: questo il motivo per cui i bacini dell’Arsenale rimangono sotto sequestro. La richiesta di rimozione dei sigilli, sequestrati a luglio di quest’anno, è stata infatti rigettata dai giudici del Riesame. A presentare la richiesta il legale di uno dei quattro indagati: Stefano Patti, capo funzione Sicurezza e qualità Ambiente; Antoine Manna, direttore dell’Arsenale; Raffaele Sanua, ex direttore, fino al 2014, dell’impianto; Domenico De Luca, direttore della ditta che ha eseguito dei lavori nell’area.

Il nocciolo della questione però rimane spinoso. Anche se il reato contestato è il generico danno ambientale per inquinamento, risulterebbe che nel 2017, la ditta di De Luca, nel riverniciare una nave senza le dovute precauzioni abbia danneggiato circa tredici auto parcheggiate nelle zone vicine. I proprietari delle vetture, dunque, hanno fatto scattare l’indagine in seguito al ritrovamento dei loro beni danneggiati. In seguito alla segnalazione sono stati eseguiti anche rilevamenti dell’ARPA e dalla Capitaneria di Porto. Secondo quanto emerso le scorie metalliche che venivano prodotte nella zona sono state determinanti per porre sotto sequestro l’Arsenale.

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