Nadia Terranova ritorna nella sua Messina con “Addio Fantasmi”

Di Clarissa Comunale –  Un ritorno che è come il nostos di Ida da Roma a Messina è quello di Nadia Terranova nella sua città d’origine ove ha presentato venerdì 12 ottobre il suo ultimo romanzo Addio Fantasmi, edito Einaudi, presso la libreria Feltrinelli, in dialogo con Anna Mallamo.
Il racconto della vita di Ida, il cui nome rievoca l’importante personaggio de La Storia di Elsa Morante, è ancorato al tragico evento della scomparsa del padre all’età di tredici anni, una scomparsa a cui né lei, né sua madre, hanno saputo dare una spiegazione. Dopo più di venti anni, la realizzazione professionale a Roma, una città che ha condizionato un profondo cambiamento ed un matrimonio annacquato, Ida ritorna nella sua città natale, Messina, per aiutare la madre allo smantellamento della loro casa, ormai prossima alla vendita.
“È tangibile la ferita dello scrittore”, commenta Anna Mallamo. Ed è un ferita che si è aperto dentro uno spazio casalingo che Ida vive come una trappola, un luogo che il tempo sembra aver cancellato ed in cui nulla sarebbe più rimasto. Nell’esposizione ai fantasmi del passato, ma anche del presente, che affiorano con agghiacciante delicatezza ed infondono una giusta dose di inquietudine al racconto della Terranova, la scrittura si articola in tre grandi blocchi – Nome, Corpo e Voce – che rivelano lo studio sapiente della scrittrice messinese, mostrando precisione chirurgica, riflessione, analisi, emotività.
Tra le pagine di Addio Fantasmi compare una Messina dimenticata, degli angoli bui, bagnata dall’acqua, che la attraversa, a volte la inonda, e a volte semplicemente la culla. Messina è la città che ospita la casupola dell’infanzia di Ida, è tra quelle rovine irrecuperabili tra cui non si può più rovistare, è ricordo sbiadito e sofferto. Le macerie emotive raccontate da Nadia Terranova sono residui di oggetti conservati “per sperare”: “conservavo e subivo la volontà di conservare, speravo e subivo la volontà di sperare” (p. 20). Messina, però, è anche città mitica e ospita la casa di Ida tra la via Colapesce e via Fata Morgana, mescolando memoria storica con memoria mitica e, tra questi, anche familiare; un rapporto con la memoria che è “atto creativo: sceglie, costruisce, decide, esclude” (p. 26).
E se Messina per Anna Mallamo, attraverso le pagine di Nadia Terranova, è paragonabile alla città invisibile calviniana di Maurilia, ed Ida è la rappresentazione di una dea bifronte, la scrittrice messinese si ritiene fiera di raccontare la sua città, perché è “messinese fino alle ossa, anche se non me ne rendevo conto”. “Inconsapevolmente la scrittura mi portava a Messina – continua l’autrice – lo Stretto è una regione nella regione, perché appartiene alla Sicilia e alla costa di fronte che è quella calabrese. Lo Stretto è un davanzale sul mondo, è qualcosa che ci rimanda a fare i conti con un’esistenze sempre duplice”.
Il tetto della casa d’infanzia di Ida, ormai crollato, tuttavia è testimone della tragedia della scomparsa del padre, una scomparsa che si riflette in cielo così come nel mare dello Stretto: “la morte è un punto fermo, mentre la scomparsa è la mancanza di un punto, di qualsiasi segno di interpunzione alla fine della parola” (p. 25). È una mancanza a cui Ida non si è mai voluta abituare, nonostante la maturità e la vita ormai così lontana da casa. In realtà quella distanza non l’ha aiutata, tanto che una volta ritornata tra quelle mura la rabbia ed il dolore si espandono in lei in ricerca ancora una volta di una spiegazione mai avuta.
“La verità è lo specchio di una sola verità che spesso deriva da una memoria inattendibile – dichiara l’autrice – Non siamo felici, siamo soli, perché si è sempre felici in faccia a qualcuno. Non riusciamo ad avvertire l’esatta percezione del cambiamento, come se fossimo all’interno di un sortilegio: questa è la ragione per cui l’unico modo che abbiamo di vedere è attraverso il dolore degli altri”.
La realizzazione di Addio Fantasmi, tuttavia, rivela anche una rivoluzione nella scrittura di Nadia Terranova: il passaggio d’utilizzo dalla terza alla prima persona, l’adesione ai fatti a partire dalla descrizione a menadito dei luoghi raccontati, che sono stati realmente visitati dall’autrice. Il romanzo, che prende forma come una messa in scena teatrale, risente anche del dialogo combinato e fruttuoso con Annie Ernaux, che non a caso, ha definito la scrittura della Terranova “sconvolgente per la sua precisione e sensibilità”.

Nadia Terranova (Messina, 1978) vive a Roma. Per Einaudi Stile Libro ha scritto il romanzo Gli anni al contrario (2015, vincitore di numerosi premi tra cui il Bagutta Opera Prima, il Brancati e l’americano The Bridge Book Award). Ha scritto anche diversi libri per ragazzi, tra cui Bruno il bambino che imparò a volare (Orecchio Acerbo 2012) e Casca il mondo (Mondadori 2016). È tradotta in francese, spagnolo, polacco, lituano. Collabora con “La Repubblica” e altre testate.

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