Russo e Calabrò: “vi spieghiamo la nostra apertura al Salva Messina”

“Abbiamo proposto e fatto approvare degli emendamenti finalizzati a subordinare la riduzione dei costi di gestione del Comune e delle Partecipate a dei piani economico-finanziari che ne dimostrino la fattibilità, ponendo dei paletti ben precisi ai tagli previsti dal Salva-Messina relativi al funzionamento dei servizi pubblici ed all’integrale mantenimento dei posti di lavoro sia dei dipendenti comunali che delle società partecipate. Gli emendamenti approvati tendono a garantire alla città un livello dei servizi dignitoso”.
Il “day-after” il consiglio comunale che si è concluso con il ritiro delle dimissioni, i consiglieri del PD Antonella Russo e Felice Calbrò, precisano in una nota la loro apertura di credito nei confronti del sindaco, soffermandosi sulle partecipate e sui previsti esuberi di personale.
“Abbiamo subordinato la possibilità di esubero di personale comunale non alla discrezionalità dell’Amministrazione, bensì al solo caso in cui il dipendente non sia disponibile alla sua riqualificazione, nei casi previsti dalla legge. Abbiamo ottenuto che il CdA dell’Atm e quindi all’Amministrazione comunale, ponga finalmente fine al balletto di cifre tra i bilanci di Atm e Comune, chiedendo il riallineamento di tutti i bilanci dal 2002 ad oggi, ed, infine, per ciò che concerne la Messina Servizi Bene Comune, abbiamo evitato il passaggio di gestione del servizio rifiuti dal soggetto pubblico attuale a quello interamente privato, nel caso in cui non ci siano più le condizioni economiche per continuare con l’attuale assetto, prevedendo una forma di gestione dei servizi pubblico/privata in regime di partenariato; ciò al fine di far entrare nuovi capitali privati, necessari per la sopravvivenza dell’Azienda, mantenendo però la forma di controllo pubblico del servizio, anche a garanzia della salvaguardia dell’attuale forza lavoro.
Consideriamo, come ribadito più volte in aula, il nostro voto una dichiarazione di apertura rispetto alle varie possibili soluzioni di risanamento economico dell’Ente, al fine di evitare le disastrose conseguenze di un dissesto finanziario. Abbiamo fortemente ribadito la necessità di valutare ogni singola misura che l’Amministrazione intenderà adottare, e di determinare il nostro voto sulla sostenibilità o meno del piano di riequilibrio, in base a quanto le singole misure ci convinceranno”.
La politica, secondo i consiglieri, non c’entra nulla. Anche loro stregati dalla furia amministrativista del neosindaco.
“Il nostro non è un atto di fiducia politica, ma un atto di responsabilità dovuto alla città – spiegano i consiglieri – al fine di valutare con serietà e serenità ogni possibilità reale e fattiva di ripianare la posizione debitoria e di salvare la città dal dissesto. Se poi nei fatti vedremo che ciò non sarà possibile, saremo certamente i primi a prenderne atto e ad essere consequenziali, bocciando un piano di riequilibrio non ritenuto credibile, e quindi consegnando inevitabilmente la città al commissariamento”. (pal.ma)

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