15 e 16 dicembre “Bastasi” della compagnia Carullo-Minasi ai Magazzini del Sale

Terzo appuntamento con la stagione teatrale ai Magazzini del Sale. Attesissimo l’evento in programma: la compagnia Carullo/Minasi presenta “BASTASI” ovvero il primo studio che condurrà alla realizzazione dello spettacolo “Patruni e Sutta” che Carullo/Minasi produce insieme a La Corte Ospitale.

In scena insieme a Cristiana Minasi e Giuseppe Carullo, Gaspare Balsamo(artista del cunto ed allievo di Mimmo Cuticchio) e Monia Alfieri : un cast di talenti che assicureranno due giornate di teatro ai massimi livelli.

Gli spettacoli si svolgeranno sabato 15 e domenica 16 ai Magazzini del Sale; entrambe le repliche saranno alle ore 21,00. E’ necessaria la prenotazione al 339 5035152 (tramite messaggio whatsapp).

 

BASTASI

PRIMO STUDIO VERSO PATRUNI E SUTTA

 

adattamento da “L’ isola degli schiavi” di Marivaux

con Giuseppe Carullo, Cristiana Minasi, Gaspare Balsamo, Monia Alfieri

regia CarulloMinasi

scene e costumi Cinzia Muscolino

disegno luci Roberto Bonaventura

assistente alla regia e alla scrittura scenica Elena Zeta

produzione La Corte Ospitale, Carullo-Minasi

“Nessuno è più schiavo di chi si considera libero senza esserlo” Trivellino

A seguito di una tempesta due coppie di padroni e servi approdano sull’Isola degli schiavi lì dove una legge prescrive una trasformazione che implica lo scambio dei rispettivi ruoli. L’isola degli schiavi è l’utopia che consente d’approdare al riconoscimento del sé attraverso il rapporto con l’altro, nell’accettazione che l’altro contenga una parte di noi e che “la differenza di condizioni sociali è solamente una prova cui gli dei ci sottopongono”. Quello di Marivaux è testo tanto semplice per quanto geniale sintetizzabile, a livello tematico, nell’ “uscire da sé per osservare le proprie miserie”. E’ Teatro nel Teatro, è commedia nella commedia, è metafora d’un viaggio di naufraghi in cui ci si disperde in una realtà diversa e opposta alla propria perché accada il dis/velamento della realtà.

Servendoci delle categorie esistenziali del servo e del padrone tentiamo una spersonalizzazione per esistere in una vita superiore da esaminare con distacco, in una sorta di disumanizzazione che ci rende simili al primo tra tutti gli attori: la marionetta. Privati i personaggi dei nomi grecizzanti attributi loro dall’autore, li sottraiamo alla collocazione storico-geografica e li riportiamo ai modelli dell’opera dei pupi, in un gioco di caratteri e maschere che restituiscano una “verità” teatrale ingrandita ed abnorme che rivela le “finzioni” del nostro vivere quotidiano. Dalla commedia dell’arte al cunto filosofico quale atmosfera che reinterpreti la storia delle storie, che faccia rivivere i drammi dell’ umanità.

In una scenografia ritmico verbale dai tratti assurdi -in un rimbalzo tra dialetto siciliano e italiano- nell’isola del riscatto germogliano i semi della dialettica Servo/Padrone di Hegel.

Se la coscienza comune è lacerata dalle opposizioni Marivauxpropone l’aspirazione all’unità e la conciliazione degli opposti attraverso l’esperienza, in un viaggio di confronto e inevitabile scontro con il proprio negativo per accedere al sapere dell’assoluto. Nella Repubblica degli Schiavi si lotta sì ma non per sopraffare bensì per giungere a comprendere e valorizzare le diversità culturali per quello che sarà “il giorno più proficuo della vostra vita”.

“Diventare un uomo migliore, questo è l’onore” Arlecchino

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