De Luca e lobby: MessinAccomuna descrive le “convergenze”

Politici, palazzinari e lobby: sono questi i tre punti di “convergenza”C individuati da MessinAccomuna tra il sindaco Cateno De Luca e quei “poteri forti” di cui spesso si sente parlare in maniera disinvolta.

“Quando è in difficoltà, De Luca veste i panni del cavaliere solitario senza macchia e senza sonno (visti gli orari), in lotta contro le indefinite “lobby dei poteri forti” che vorrebbero, a suo dire, abbatterlo. I fatti, però raccontano l’opposto – scrivono dal laboratorio civico – Più De Luca cammina, più si vede la convergenza di interessi tra le sue politiche e quelle “lobby” che negli scorsi anni avevano mostrato sentimenti ostili o aperta conflittualità verso la giunta Accorinti. Ci sono tre “p”, tutte minuscole, che brindano (neanche tanto) segretamente alle scelte dell’amministrazione De Luca.

P-1: i politici. De Luca si rimangia subito la promessa elettorale più importante sui servizi pubblici: aveva giurato l’azzeramento delle società partecipate, e invece le moltiplica. Contro la prudenza di chi amministra un Comune in predissesto (nel marzo 2014 i Revisori Zaccone e Basile richiamarono Accorinti addirittura per le nomine di esperto a titolo gratuito) e contro la legge-Madia, anziché ricorrere all’amministratore unico, crea nuovi consigli di amministrazione. Così ci sono tre poltrone per partecipata anziché una. E sulle caselle delle nomine fiduciarie troviamo, oltre al “serbatoio” FENAPI, i “cappelli” di D’Alia e Picciolo, nel “silenzio approvante” di un Consiglio Comunale che (con le eccezioni del capogruppo PD e dei 5S) approva in 5 minuti provvedimenti epocali ingiustificatamente pesanti per i messinesi. I politici della “prima p”, che avevano lottato contro Accorinti, ringraziano, piantando strategiche bandierine. Avranno ottenuto senza chiedere?

P-2: i palazzinari. De Luca annuncia immediatamente: “azzereremo il Salvacolline”; e su questo si dà da fare come può, con provvedimenti che faticano a trovare motivazione tecnica o amministrativa. La lobby della “seconda p” aveva già lavorato con impegno per sabotare lo strumento urbanistico di tutela del territorio tecnicamente più avanzato d’Italia, paralizzando per due anni la discussione della “Variante di Salvaguardia”. Alla fine, con la colpevole complicità della maggioranza del Consiglio, la variante non viene discussa, attendendo che “tempi migliori” possano risuscitare i due milioni di metri cubi di edificabilità sulle colline eliminati dalla Variante. I palazzinari ringraziano.

P-3: il ponte. Ed ecco la lobby dell’ultima “p”. Promettere cose che non realizza o che non sono nelle sue competenze è, per De Luca, una specialità: sbaraccamento, licenziamento dei dirigenti, stabilizzazione dei precari, chiusura del tram, tram volante, casinò a Palazzo Zanca, chiusura delle partecipate, revoca del palagiustizia e (immancabilmente) le sue dimissioni se una sola di queste cose non sarà attuata. Tutto fasullo, tutte “provocazioni”. Però col ponte sullo Stretto non si scherza. È un progetto azzerato, definanziato dal Governo, coi vincoli scaduti, obsoleto nella concezione prima che nella soluzione progettuale, su cui il Sindaco non ha alcuna competenza. Ma il grande fantasma è buono per tutte le stagioni: distrae, attrae, mobilita. E poi, hai visto mai, la lobby del ponte lavora alacremente in Regione (dove il santo però non può sudare nemmeno una goccia) e adesso magari cerca sponde nella Lega(!) per resuscitare il morto. La “p numero 3” ringrazia.

De Luca crede di amministrare una città di rango metropolitano con annunci roboanti e vuoti, fa danni con le sue “provocazioni” (dal caos dell’apertura delle scuole all’inesistente “tesoretto” di 50 milioni, dalla chiusura con default della Città Metropolitana al pasticcio della liquidazione di ATM, dalla confusione sul personale dei servizi sociali alla mancata stabilizzazione dei contrattisti…) e procede con nomine onerose, paralisi di procedure amministrative e progetti impossibili.

Il Sindaco lo sa fare? Non si vede. Ma l’amico delle lobby che dice di combattere, si direbbe proprio di sì”

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