“A tutto bar” in ospedale: lavoratori con disabilità dietro il bancone

Qualche giorno fa sono entrato in una farmacia di Messina e dietro al bancone ho visto due ragazzi con disabilità che mi hanno accolto con un gran sorriso tanto da riempirmi il cuore.
Sono tante le attività commerciali che offrono la possibilità a giovani diversabili di realizzarsi nel mondo lavorativo.
Credo che un esempio da seguire sarebbe quello dell’ospedale di Marzana a Verona dove è nato il primo bar sociale all’interno del presidio ospedaliero “A tutto bar”, nato da un progetto della Cooperativa Sociale Cercate e dell’Azienda sanitaria. Sono impiegati sette lavoratori con disabilità medio-lieve e svantaggiate tra i 22 e i 55 anni
Il sorriso di Amelia, Alessia, Stefano, Gianluca, Nicole, Paolo e Andrea è disarmante Per la gestione del bar c’è una presenza costante di due operatori socio sanitari con esperienza nel campo della ristorazione e bar che accompagna sette persone disabili in alternanza per due volte a settimana in un percorso di durata indicativa annuale o comunque in base alle necessità individuali. “Questi ragazzi e le persone coinvolte nel progetto hanno un entusiasmo contagioso. – ha evidenziato Fausto Mazzi, presidente della Cooperativa Sociale Cercate – Abbiamo visto la gestione di questo bar come una possibilità di integrazione e di sviluppo di nuove idee”.
L’idea che gli utenti dell’ospedale possono relazionarsi con ragazzi che la sofferenza la trasformano in gioia è qualcosa di bello. Oltre che servire prime colazioni, panini e piatti caldi cucinati al momento o attraverso un servizio ai piani dei diversi reparti presenti nel plesso ospedaliero, è in fase di avvio anche un servizio di consegna pasti a domicilio, qualora richiesto, per la necessità di persone in condizioni di solitudine e fragilità, in particolare anziani che non riescono a provvedere in autonomia la preparazione del pasto quotidiano.
Vogliamo che il bar sia considerato anche un luogo per creare momenti di socialità tra chi vi lavora, gli ospiti dell’ospedale con i loro parenti e amici ma anche la cittadinanza. Infatti, tre mattine alla settimana è presente un’educatrice con esperienza nell’ambito della disabilità per attività ricreative e di socializzazione per gli ospiti presenti nella struttura dell’ospedale”, evidenzia Elisabetta Garonzi, responsabile del progetto e dell’area disabilità della Cooperativa Sociale Cercate.
Come sarebbe bello che questo progetto si realizzasse nei nostri presidi ospedalieri! (G.M.)

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