Cantieri, progetti e finanziamenti: messinAccomuna incalza sui finanziamenti ottenuti e i progetti non avviati

Il Laboratorio di Partecipazione Civica messinAccomuna, continua a incalzare Giunta e Consiglio Comunale sui temi dei finanziamenti e dei progetti non avviati:

“Il tema dei cantieri si sta imponendo nel dibattito cittadino. È un tema fondamentale (dai cantieri dipende il lavoro), che va esaminato seguendo ogni singola opera, ma anche inquadrandolo in una logica generale. Da cittadini registriamo con soddisfazione l’avvio in città di lavori (per circa 130 mln di €) per tre importanti opere che la precedente Amministrazione aveva portato a finanziamento e approvazione: il porto, la via Don Blasco e il Torrente Bisconte-Cataratti. Per quest’ultima l’evidenza pubblica si era chiusa a marzo 2018, ma l’aggiudicazione ha chiesto un anno: troppo tempo per le comunità che da decenni attendono questo intervento.

Constato con soddisfazione l’avvio di alcuni dei cantieri che la scorsa Amministrazione avevo programmato, il dubbio permane su tutti gli altri progetti finanziati e di cui non si sa che fine abbiano fatto:  “Sempre da cittadini ci chiediamo però perché tutte le altre opere per cui si era ottenuto finanziamento non sono ancora state avviate. Ricordiamo che il 26/6/2018 sull’asse 5.1.1 del PON FESR Sicilia, sono stati finanziati progetti e interventi per un totale di oltre 110mln di €. Che vuol dire LAVORO per i prossimi anni per professionisti, imprese, fornitori, trasportatori,… . Che fine hanno fatto? La stessa domanda vale per i progetti previsti a livello metropolitano; temiamo siano rimasti vittime della rimodulazione del Masterplan che sembra non avere avuto grande successo. La sensazione è che l’ansia di reinventare le cose abbia fatto perdere completamente di vista la logica di sistema in cui gli interventi ereditati erano collocati.

 I cittadini aderenti al Laboratorio insistono: “Siamo convinti che maggiore attenzione deve essere rivolta alla programmazione e alla pianificazione dei nostri territori, cioè al nostro futuro, anche per poter richiedere con efficacia finanziamenti. La precedente amministrazione aveva definito priorità, esigenze e linee di sviluppo coerenti con le politiche nazionali ed europee: mitigazione del consumo di suolo, tutela ambientale, recupero e valorizzazione dell’esistente. Su questa base si erano formalizzati in atti vari strumenti per la tutela e la valorizzazione dei nostri territori”.

L’attenzione va, quindi, a tutti progetti che aspettano solo di essere avviati:

“Ricordiamo il Patto per la Falce, ideato, scritto e voluto insieme all’Autorità Portuale e al Governo Regionale. Questo accordo interviene sulle previsioni del Piano Regolatore Portuale (PRP), avviando FINALMENTE una concreta possibilità di recupero di quella straordinaria porzione del nostro territorio che è la Zona Falcata. Il PRP dopo l’esame della commissione Ambientale della Regione, che ha prescritto che il PRP accolga integralmente quanto previsto dal Patto, sta per approdare al Comitato Regionale Urbanistico (CRU) e quindi essere approvato. A quel punto, secondo gli impegni assunti, si sbloccheranno investimenti di molti milioni da parte sia dell’Autorità Portuale che della Regione per la bonifica e la riqualificazione delle aree da riconsegnare ad un uso pubblico. Citiamo ancora la Variante di tutela Ambientale al PRG che, oltre all’apprezzamento nazionale degli urbanisti, aveva ottenuto l’attenzione del Governo, che ipotizzava di finanziare alcune delle azioni previste. La Variante però è sparita dal dibattito del Consiglio. Senza un atto che spieghi le ragioni di interesse pubblico (anzi, a nostro avviso CONTRO l’interesse pubblico), sembra che Giunta e Consiglio, abbiano deciso di ignorare la realtà, ossia che alcune parti dei territori in cui a oggi è possibile edificare sono fortemente esposti al rischio idrogeologico, secondo inconfutabili studi scientifici che nessuno ha minimamente contraddetto. Altro assordante silenzio avvolge lo schema di massima del Piano Regolatore Generale consegnato ad aprile 2018 che contiene ipotesi per lo sviluppo e valorizzazione dei nostri territori. Perché il Consiglio non lo affronta e lo discute nell’interesse della città? Si sa che la Regione ha chiesto l’adeguamento degli strumenti urbanistici al Piano Territoriale Paesaggistico; lo schema di massima del Piano contiene anche il rispetto di questa indicazione. I contenuti dello schema possono essere apprezzati o criticati ma certamente non si può ignorare un lavoro che si basa su analisi attente e propone una visione sostenibile basata sulla valorizzazione delle risorse esistenti (culturali, paesaggistiche, naturalistiche, …) nei nostri territori.

E ancora: “Nei giorni scorsi un Consigliere ha detto di volersi occupare dello statuto della Riserva di Capo Peloro, probabilmente ha ragione e lo statuto va rivisto, ma vorremmo invitare il Consigliere e i suoi colleghi ad ampliare il loro orizzonte e ad occuparsi di tutto Capo Peloro e di tutta la città”.

Insomma, si smontano pezzi senza avere neanche guardato il disegno d’insieme. Non vorremmo che con l’assetto del territorio si stia giocando. Il rischio sarebbe gravissimo anche per le potenziali conseguenze disastrose sulla città e sulla vita dei cittadini.

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