Unime: la viceministro all’economia Castelli al dipartimento di economia, le buone pratiche contro il dissesto

di Ivana Parisi –  Si è svolto, il 29 marzo, all’Università di Messina presso il Dipartimento di Economia nell’ambito del Progetto “I know” (Interregional Keey Networking for Open Innovation empoWerment), un convegno di approfondimento e discussione sulle problematiche del riequilibrio finanziario pluriennale degli Enti Locali.

L’obiettivo dell’incontro era promuovere un confronto tra Governo ed Enti Locali, tecnici ed esperti sull’argomento del riequilibrio finanziario. Hanno risposto, all’invito del Prof. Guido Signorino, per il Governo la Viceministra all’Economia, on. Laura Castelli; per l’ANCI Andrea Ferri (Dirigente Fondazione IFEL) e Giuseppe Falcomatà (Delegato per Mezzogiorno e Coesione Sociale e Sindaco di Reggio Calabra); per l’ANCI-Sicilia, l’Assessore Roberto D’Agostino (delegato dal Presidente Orlando); l’On. Riccardo Mastrangeli (Frosinone) e i dirigenti tecnici: Sergio Aurino (Napoli), Enzo Cuzzola (Reggio Calabria), Vincenzo Giannotti (Frosinone), Antonio Le Donne (Palermo), Eros Libetti (Provincia di Ascoli Piceno), Gianluigi Marotta (Avellino). Ha partecipato anche con un suo contributo il Prof. Carlo Vermiglio. Il Prof. Michele Limosani ha portato i saluti dell’Università e del Dipartimento.

Il punto di partenza del convegno è stata la pronuncia della Corte Costituzionale che ha annullato la possibilità di rateizzare in 30 anni i disavanzi “residui” dei piani di riequilibrio e la restituzione del “fondo di rotazione” e la riforma della disciplina del riequilibrio finanziario.

Tra tutte le questioni emerse spicca quella tra i rapporti con le società partecipate che sono spesso fonte di disequilibrio finanziario. Da quanto emerso dal confronto appare necessario intervenire in maniera tempestiva per evitare l’insorgere di circoli viziosi che determinano in ultima istanza “indebitamento nascosto” degli enti locali. Come si legge nella nota diffusa dal Prof. Signorino: “In tal senso appare opportuno definire, a cura degli enti locali, sistemi di rating economico-finanziario basati su opportuni indicatori e su automatismi di risposta gestionale. L’obiettivo è quello di restituire alle comunità locali la prospettiva di una crescita economica equilibrata, che garantisca la ripresa degli investimenti, i servizi ai cittadini e l’efficienza di gestione del sistema pubblico”. Si è, inoltre, proposto che i piani di riequilibrio possano essere periodicamente rivisti e integrati, rendendoli flessibili alle variazioni del contesto normativo ed economico.

La Viceministra Castelli ha risposto, alle proposte e alle problematiche emerse, esprimendo l’intenzione di rendere permanente il confronto aperto realizzatosi a Messina, in particolare in vista sia delle iniziative da porre in essere entro il 30 aprile che della riforma del Titolo VIII del Testo Unico degli Enti locali. Ha, infine,  lanciato un appello affinché, l’Università avvii una nuova stagione per la formazione di specifiche competenze nel campo della ragioneria e dell’organizzazione e gestione dell’economia del settore pubblico, dando spessore alla terza missione dell’Università che ha come obiettivo il favorire l’applicazione diretta, la valorizzazione e l’impiego della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della Società.

Il convegno ha reso evidente che quando l’azione istituzionale è orientata dalla necessità di tutelare l’interesse del bene collettivo, che quando ci si confronta in maniera serena e competente, l’azione sinergica risulta più efficace nell’individuazione delle strategie per affrontare problemi comuni. L’attivazione  di buone pratiche,  a tutti livelli, ma soprattutto su questioni che data la loro natura squisitamente tecnica sembrano essere lontane dalla vita quotidiana dei cittadini, ma che in realtà  sono la struttura fondante della politica e ne determinano l’azione,  dovrebbero essere l’orizzonte di ogni azione istituzionale. Gli effetti a lungo termine dell’attivazione di processi di mediazione e confronto innescherebbero una nuova e rinvigorita fiducia nelle istituzioni.

 

 

 

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