Teatro dei 3 Mestieri: “Il commissario Calamaro”, il fritto misto di un non-noir

Di Clarissa Comunale – Penultimo appuntamento di una lunga stagione quella del Teatro dei 3 Mestieri, “Radici per restare”, diretta da Stefano Cutrupi e Angelo Di Mattia, con il “noir a tinte rosa” Il Commissario Calamaro, ideato scritto e diretto da Paolo Gubello.

Una pièce pensata a mò di miniserie, che ben sarebbe fruibile sul piccolo schermo, presenta sulla scena i bizzarri delitti con cui si imbatte il Commissario Calamaro (Paolo Gubello) in cinque sketches ove è la notte il momento propizio per compiere un crimine.
Questa notte – tempestosa, sanguinosa, peccaminosa, scabrosa, noiosa – vive atmosfere anni ’70, ricalca vecchie tendine da “nove settimane e mezzo”, rimette sonorità che ricordano fumetti giapponesi, come Lupin. Il Commissario, un uomo solo, infelice, sognatore, tra la nebbia di fumo delle sue Lucky Strike senza filtro, su ogni scena del delitto immagina Milly (Annarita De Michele), “dai toni molli”, segretaria svampita che inspiegabilmente riesce a risolvere ogni enigma tra le segnalazioni anonime che giungono al vecchio telefono e i verbali battuti su una cara Bialetti.
Calamaro, ridicolizzazione di tutti i commissari Montalbano, Maigret, Zenigata, affronta ogni caso portando sulla scena il non-sense linguistico e la mordace ironia. I quesiti, le indagini, le prove non sono che un contorno a quello che, invece, per lui ha più importanza: poter sconfiggere la solitudine tra le note di “Storia d’amore” di Celentano. Ed è il femminile il vero protagonista di ogni episodio in cui Annarita De Michele veste i panni di Julia Taylor, la donna maltrattata dal marito, o la paninara complice del Pericoloso Burbero. Un femminile preponderante, che tiene le fila del crimine e che supera in astuzia e caparbietà il maschile, il vero sesso debole che si lascia sopraffare.

Sulla scena ad emergere tra i tre attori, tuttavia, è Luigi Tagliente, per eclettismo e precisione, interpreta malviventi e vittime dei cinque episodi, ogni volta con un tono, un abito, un volto diverso: è il caso di Ciccio Scioffè o del silenzioso Caine, oppure dell’incredibile marito nano della Taylor, una varietà di personaggi che completa bene la pièce Il Commissario Calamaro, un fritto misto della leggera digestione.

IL COMMISSARIO CALAMARO, un noir a tinte rosa
Ideato, scritto e diretto da Paolo Gubello
con Paolo Gubello, Luigi Tagliente e Annarita De Michele
scene e costumi Maria Pascale
luci, tecnica, lavagna luminosa e foto di scena Tea Primiterra
coreografie Palmiriana Sibilia
voce off Daniele Lasorsa
registrazioni e audio Michelangelo Volpe
una produzione Associazione culturale Tra il dire e il fare – Compagnia La luna nel letto, Teatri Abitati – Residenza di Ruvo di Puglia
In coproduzione con Charlie Calamaro Avan Project

 

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