Le Portinaie Drag Queen “traghettano” il Pride sullo Stretto: a bordo di “Elio” di C&T con l’ironia di Orietta Berti e la poesia di Aznavour

di Palmira Mancuso – Il Pride che si svolge a Messina e che avrà il culmine con la parata dell’8 giugno, sta risvegliando la sensibilità di tanti ma soprattutto la partecipazione: non solo le associazioni, i movimenti, i partiti che hanno sponsorizzato l’organizzazione, ma soprattutto chi ha dato vita agli eventi in programma. Tra rassegne cinematografiche, dibattiti, presentazioni di libri e focus informati sugli aspetti sanitari collegati alla sessualità, ecco che la conoscenza sta diventando occasione di crescita, soprattutto per le giovani generazioni che attraverso la consulta studentesca hanno formalmente aderito all'”onda”.

Ma c’è un evento che resterà negli “annali” dei ricordi: perchè uno spettacolo di drag queen tra le due sponde non si era mai visto, perchè nelle quattro ore di fila di show i viaggiatori di passaggio a bordo della nuova nave di Caronte & Tourist Elio avranno pensato di trovarsi nella più emancipata e liberale delle città siciliane (a dispetto dei luoghi comuni), perchè chi è rimasto fino alla fine ha avuto il dono di un pò di quell’anima che il trucco e il parrucco nascondono per portare un messaggio di gioia costi quel che costi.

Le Portinaie Drag Queen sono una risorsa emozionale e sociale del nostro territorio: ciascuna di loro ha una storia da raccontare, di ribellione dalla mafia, dai pregiudizi, dal bullismo, dalla solitudine. Già. Una solitudine che ieri abbiamo intravisto, come un regalo per chi ha saputo cogliere in quello squarcio di poesia che il grande Charles Aznavour  ha immortalato nel brano Quel Che Si Dice ( Comme Ils Disent ), il senso dell’impegno quotidiano di queste splendide creature. Un impegno fatto di professionalità, di maschere, di empatia con un pubblico sempre diverso, di ironia.

Una forza che deriva dall’essere comunità. E quella lgbti+ messinese è tra le più ricche per cultura e senso dell’arte (come dimostra il successo del progetto OMD, con il suo staff di ballerini, coreografi e l’ ottima Marzia La Marzièn Raffone).

Doretta, Lady Aisy, Cherilyn, Nerisha, Diamanda, Lady Godiva sono i volti e le gambe di Sylvia Rivera, simbolo di quei moti di Stonewall che cinquantanni fa diedero inizio al movimento di liberazione gay moderno in tutto il mondo.

E se ancora c’è chi si chiede perchè il “Pride” debba essere “osceno” (una lunga diatriba in corso da anni anche all’interno della comunità lgbti+) diciamo che i cortei sono proprio questo: celebrano e mettono sotto gli occhi di tutti ciò che è inutilmente stigmatizzato, ciò che pur non violando alcuna legge è però, di fatto, fuori legge.

Metaforicamente ieri le Portinaie Drag Queen hanno traghettato lo Stretto verso un Pride più consapevole e inclusivo. Perchè bisogna sempre ricordare che, come ci disse Calvino, la vita bisogna prenderla con leggerezza, “che la leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.

 

 

 

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