Corridoi umanitari: l’accoglienza della chiesa e diaconia Valdese a Messina

Roma, 29/02/2016: Sono 93 i rifugiati siriani arrivati all'aereoporto di Fiumicino con un regolare volo di linea Beirut- Roma, organizzato nell’ambito dell’iniziativa dei corridoi umanitari di Sant’Egidio, Tavola valdese e Chiese evangeliche. In tutto 24 famiglie, tra cui 41 bambini. Arrivano da Homs, Aleppo, Hama, Damasco e Tartous: la maggior parte sono musulmani, ma ci sono anche alcuni cristiani. Hanno tutti vissuto, in media, per tre anni in Libano, in piccoli campi spontanei, come quello di Tel Abbas, nel nord del paese, a pochi chilometri dalla Siria, o in altri alloggi di fortuna - 93 are the Syrian refugees arrived this morning at Fiumicino Airport with a regular flight of Beirut- line Rome, organized under the initiative of Sant'Egidio humanitarian corridors, Waldensian Board and Evangelical Churches. Around 24 families, including 41 children. They come from Homs, Aleppo, Hama, Damascus and Tartous: most are Muslims, but there are also some Christians. All have experienced, on average, for three years in Lebanon, in small spontaneous camps, like the one in Tel Abbas, in the north of the country, a few kilometers from Syria, or other makeshift accommodation.

di Valeria Ponente – “Rifugiato è chiunque nel giustificato timore d’essere perseguitato per ragioni di razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori del suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi.” ( art.1 Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati, 1951 )

Dell’accoglienza, della sua valenza e del suo significato, di ciò che comporta e soprattutto di chi debba farsene carico, in Italia si parla ormai da mesi; si è assistito, in particolare tra gli operatori che lavorano nel settore sociale, a una delegittimazione del senso stesso dell’accoglienza a favore di quanto invece sancisce l’allontanamento dalla persona. Esasperazione del concetto di sicurezza e confine, volontà di creare barriere anche fisiche e visione dell’Altro da Sé come fonte di pericolo, sono elementi che hanno fatto breccia in una società già anestetizzata emotivamente e intimorita dal rischio costante di una recessione economica.

Quanto è facile dunque attribuire allo straniero la causa e la responsabilità di ciò che non funziona? Quanto è facile proiettare nel differente da Sé l’origine di quei problemi che ci si rifiuta di attribuire a delle pratiche di governo inefficaci e a dei politici distanti dalle reali esigenze del Paese?

E così, il concetto di accoglienza ha iniziato a diventare sempre più liquido fino quasi a perdersi: l’accoglienza come apertura, l’accoglienza come mettersi in gioco con l’Altro per costruire percorsi condivisi, l’accoglienza come confronto e crescita anche all’interno delle diversità reciproche, è sembrata e sembra venire meno.

In un contesto socioculturale così complesso, una risposta concreta al dovere di continuare ad accogliere è giunta dalla Fcei ( Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia ) che a partire già dal 2016, in collaborazione con la Tavola Valdese e la Comunità di Sant’Egidio ha avviato il progetto “Corridoi Umanitari”, con l’obiettivo di far giungere in Italia in totale sicurezza cittadini siriani fuggiti dalla guerra civile e profughi nei campi in Libano.

A oggi, circa 2500 persone sono state accolte grazie ai visti umanitari rilasciati dalle autorità consolari italiane in Libano: nuclei familiari, persone con problemi di salute o disabilità, donne sole con figli e in generale persone vulnerabili sono arrivati viaggiando con regolari voli di linea e hanno avuto la possibilità di chiedere Protezione Internazionale nel nostro Paese, e ottenere lo status di rifugiato. Il progetto è interamente finanziato dall’8×1000 della Chiesa Valdese ( Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi)

Nell’ambito dei Corridoi Umanitari, a partire dall’ottobre del 2018 la chiesa Valdese di Messina ha accolto un nucleo familiare e tre giovani uomini, di origine siriana. L’accoglienza è stata possibile grazie alla collaborazione con la Diaconia Valdese, già partner del progetto dei Corridoi Umanitari e presente sul territorio nazionale con numerosi progetti rivolti all’inclusione sociale. Sul territorio messinese è presente un’equipe multidisciplinare, composta da una psicologa, un’assistente sociale, una mediatrice linguistico-culturale e una insegnante, che si occupano di accompagnare queste persone in un percorso graduale verso il raggiungimento dell’autonomia personale, fornendo gli strumenti necessari affinchè possano orientarsi sul territorio e sentire di farne parte.

Si tratta di un percorso di accoglienza, in cui viaggiano su binari paralleli gli adempimenti burocratici per ottenere i documenti necessari e i percorsi di istruzione e formazione rivolti al potenziamento delle competenze che questi giovani già posseggono e all’eventuale acquisizione di nuove. Giornalmente, le attività dell’equipe si intrecciano con quelle dei servizi territoriali di riferimento, in un percorso a volte a ostacoli e a volte straordinariamente disponibile e caloroso.

L’esperienza dei Corridoi Umanitari a Messina è dunque testimonianza concreta di come sia possibile continuare ad accogliere, affinchè tutti possano godere del diritto di vivere in un luogo sicuro e possano raggiungerlo senza che la loro vita sia messa in pericolo.

 

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