PD, annullato il congresso regionale: Faraone non è più il segretario

Polemiche, polemiche e ancora polemiche. Il Partito Democratico torna a dividersi tra renziani e zingarettiani (ormai si declinano aggettivi dai leader di riferimento, ndr) dopo la decisione, rinviata tre volte, di discutere i ricorsi successivi alla elezione di  Davide Faraone che adesso non è più il segretario regionale del Pd.

La commissione nazionale di garanzia del partito, infatti, presieduta da Silvia Velo, ha accolto i ricorsi dei tre membri zingarettiani della commissione regionale per il congresso (Agata Teresi, Franco Nuccio, Meni Pirrone) e quello di Antonio Ferrante, per i quali l’elezione di Faraone era «illegittima».

«Non ho mai smesso di crederci e finalmente è fatta. Finalmente la commissione di garanzia nazionale del Pd ha accolto il mio e altri ricorsi, annullando il congresso regionale farsa dello scorso inverno in Sicilia. Già lo scorso aprile, certo delle mie ragioni, avevo annunciato la mia candidatura a segretario regionale del Pd, nello scetticismo generale. Oggi mi metto a disposizione del commissario che verrà indicato dalla segreteria nazionale, in attesa di dare la parola al nostro popolo».

Commenta con queste parole Antonio Ferrante del Partito democratico l’accoglimento del suo e degli altri ricorsi da parte della commissione di garanzia nazionale del Pd, che ha annullato il congresso regionale dello scorso inverno.

«In questi mesi di limbo – continua Ferrante – ho continuato a girare la Sicilia, da Ragusa a Trapani, incontrando i tanti come noi che chiedono finalmente un partito coerente nei valori del centrosinistra e presente in tutti i territori con i propri amministratori e circoli. Il Pd che costruiremo, sarà la casa degli attivisti, dei giovani, delle donne e dei tanti che, in questi anni, hanno visto il loro impegno frustrato e si sono convinti di non contare niente. Da oggi apriamo una fase nuova e chiudiamo con i patti delle seppie, gli ammiccamenti a Forza Italia e le stanze del potere chiuse ermeticamente al popolo. Da oggi il Pd è casa dei siciliani. Nessuno potrà più togliercela».

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