Il Campionato che verrà: il punto sulla Serie A

di Carmelo Emanuele – Il campionato che verrà sarà un campionato bello, competitivo e avvincente! Almeno queste sembrano le premesse che giungono da questo afoso precampionato di Serie A.

Certo, siamo ancora lontani dai tempi delle sette sorelle, ma si ha l’impressione che le squadre candidate al titolo siano molto più vicine rispetto agli ultimi campionati.

La Juventus resta la squadra da battere, e non può essere altrimenti visto il fattore Cristiano Ronaldo e un parco giocatori ancora nettamente superiore a tutte le avversarie. Eppure, i problemi di adattamento dei giocatori al gioco di Sarri potrà agevolare le avversarie per la corsa al titolo.

Ma il vero cambiamento, quasi rivoluzionario per il nostro calcio cinico e compassato, è arrivato dalle panchine. Per la prima volta, infatti, quasi tutte le formazioni del massimo campionato italiano hanno scelto i tecnici non tanto per le vittorie in bacheca, ma per il gioco espresso dalle squadre precedentemente allenate.

A fare da battistrada è stata proprio la Juventus che ha dato il benservito ad Allegri dopo cinque scudetti consecutivi, quattro coppe Italia e due finali di Champions, per votarsi al gioco spettacolare di Sarri, che può vantare in bacheca solo un’Europa League vinta l’anno scorso sulla panchina del Chelsea.

Anche il Milan e la Roma, scegliendo Giampaolo e Fonseca hanno mandato un messaggio chiaro ai calciofili italiani, privilegiando il gioco e la mentalità offensiva per iniziare un nuovo progetto tecnico che possa appassionare i tifosi ed essere anche vincente. E difatti non dobbiamo stupirci se tra i superconfermati troviamo i tecnici che meglio hanno interpretato la mentalità europea costruita principalmente su un gioco spettacolare prima che vincente.

Così Gasperini, dopo aver stupito l’Italia, proverà a fare altrettanto anche nell’Europa che conta con la piccola Atalanta; il Napoli di Ancelotti, che già giocava un calcio piacevole, continuerà sulla stessa linea di pensiero sperando di rivivere i sogni tricolori dell’epopea di Maradona.

Ci faranno sicuramente divertire anche la Lazio di Inzaghi, il Torino di Mazzarri e il Sassuolo di De Zerbi, mentre a confermare che forse la rivoluzione è già in atto, sono state tre scelte coraggiose:  la Fiorentina che ha confermato Montella nonostante il brutto finale di campionato, perché spera che l’ex aeroplanino torni ad essere un fattore determinante per appassionare la piazza come nella sua prima esperienza viola;  la scelta del Genoa di affidare la panchina ad Andreazzoli, retrocesso nell’ultima stagione con l’Empoli, ma capace di far giocare i toscani in maniera sempre propositiva con un calcio per nulla banale;  ed, infine, la Sampdoria che non ha avuto dubbi ad affidare il timone della prima squadra a Di Francesco, che seppur ha avuto un’annata complicata con la Roma, ha sempre dimostrato grande coraggio e idee innovative, che solamente due stagioni fa permisero ai giallorossi di centrare la semifinale di Champions League.

Tra i nuovi arrivi una nota a parte la merita Antonio Conte accasatosi all’Inter: non sarà un allenatore che bada molto alla qualità del gioco, ma di certo dai tempi del Bari e del Siena, le sue squadre non hanno mai fatto annoiare nessuno. In controtendenza deve invece far riflettere le situazioni paradossali di Allegri, Mourinho e Spalletti.

L’ex allenatore della Juventus nonostante abbia vinto a raffica negli ultimi anni, non è stato mai accostato a grandi club europei; lo “special one” non gode più della fama di un tempo, ed il suo nome non accende certo gli entusiasmi dei tifosi, così come Spalletti che da quando è tornato dalla campagna Russa sembra aver perso il tocco magico che permetteva alle sue squadre di incantare in campo, come ai tempi dell’Udinese e della Roma nella sua prima esperienza giallorossa.

Siamo sicuri che ai primi risultati negativi delle big, tutti e tre i tecnici saranno pronti a salpare per una nuova avventura ma in questi mesi dovranno riflettere molto perché oggi più di ieri non conta più solo vincere, bisogna farlo in maniera originale e divertente.

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