Sorpreso a Messina a cena con i familiari, arrestato latitante calabrese

È stato arrestato il latitante Francesco Riitano detto “Cicciariello Andreacchio”, 39 anni, ritenuto elemento di spicco della cosca Gallace di Guardavalle. L’arresto è stato eseguito la sera di mercoledì 21, intorno alle 22, dai Carabinieri del ROS – congiuntamente a quelli dei Comandi Provinciali di Catanzaro e Messina.

L’uomo era gravato da un provvedimento di emesso il 2 maggio del 2017 dal Tribunale Ordinario di Milano a firma del GIP Maria Cristina Mannocci, per avere promosso, organizzato, costituito, finanziato, diretto e partecipato ad associazione con base logistica ad Arluno (MI), appartenente alla cosca ‘ndranghetista dei “Gallace” finalizzata all’importazione sul territorio nazionale e al traffico di ingenti quantitativi di cocaina approvvigionata dal Sud-America.

Da tempo il Comando Provinciale di Catanzaro, insieme allo Squadrone Eliportato Cacciatori di Vibo Valentia e agli specialisti del Raggruppamento Operativo Speciale, aveva posto in essere una capillare attività di indagine tra Calabria e Lombardia per la cattura di Riitano, sotto il diretto coordinamento del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, del Procuratore della Repubblica Aggiunto Vincenzo Luberto e del Sost. Proc. Debora Rizza della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. La svolta è arrivata nelle ultime settimane, quando si è avuta conferma della sua presenza in Sicilia. Le operazioni di esatta localizzazione del latitante si sono protratte per giorni ad opera di un ingente dispositivo di militari e con l’impiego di sofisticate apparecchiature tecnologiche ed hanno, infine, permesso di sorprendere Riitano mentre era a cena in compagnia di famigliari in un appartamento affittato presso una residenza turistica in località Giardini Naxos.

Nel momento dell’irruzione, secondo quanto emerso, Riitano ha tentato di improvvisare una fuga, praticamente seminudo, saltando dal balcone della residenza in cui trascorreva la latitanza, ma è stato prontamente bloccato dal dispositivo di “cinturazione” predisposto dai militari impegnati nell’ operazione. Era in possesso di carta di identità, patente e passaporto italiani falsificati ed intestati ad un nome di fantasia, denaro contante e telefoni cellulari. Sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi circa la rete di fiancheggiamento.

 

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