Pensare globale e agire locale, dall’Amazzonia a Messina ci vuole “un albero”

Buona la “prima” per l’iniziativa di “Piantiamola!” la rete nata per iniziativa del laboratorio di partecipazione civica messinAccomuna, GenerazioneR, Nuovi Orizzonti, Cantiere dell’InCanto UIL, CGIL, FISASC, Officine della Sostenibilità, Legambiente, Italia Nostra, MEG, Cantieri Sociali di Casa Pia e il nascente Giardino Terapeutico di Curcuraci. Obiettivo: accogliendo l’appello di Alejandro Jodorowsky, contribuire a “curare” il mondo dalle devastanti conseguenze degli incendi della foresta Amazzonica (ma anche della Siberia, Africa, India).

Alle 9,30, nel punto panoramico di Pace si sono trovati gli aderenti all’iniziativa per distribuire le piante di: noce nazionale, noce nero, faggio, quercia, avocado, leccio, ulivi) e smistarsi in tre squadre, portando le piante nei luoghi prescelti (Forte S. Iachiddu, spazio condominiale a Torre Faro, nascente “Giardino terapeutico” di Curcuraci), per poi ritrovarsi alle 12,30 al Forte S. Iachiddu. Il vivaio Ziriò della Forestale e il capo squadra dott. Gaetano De Salvo ha donato cinque piante per sostenere l’azione e sono stati scelti luoghi gestiti per garantire l’assistenza e la sopravvivenza delle piante. Altre essenze sono state piantate in giardini e terreni propri di persone che aderivano all’iniziativa, che ha coinvolto attivamente una cinquantina di persone, trovando l’adesione di tanti altri che non hanno potuto essere presenti.

È questo il primo passo di un’azione più ampia, che si svilupperà in iniziative concrete di tutela del verde e dell’ecosistema e di sensibilizzazione alla dimensione dell’interdipendenza globale. Dopo la piantumazione degli alberi in luoghi gestiti (al fine di garantire l’assistenza e la sopravvivenza delle piante), l’iniziativa prevede un nuovo appuntamento per sabato 21 settembre (semina di ginestra o altra vegetazione di arbusti o piante adatte a rinverdire pendii e favorire la tenuta del terreno, contrastando il dissesto idrogeologico).

A novembre regime si chiederà all’azienda demaniale forestale l’adozione di spazi sui monti Peloritani assoggettati negli anni scorsi a incendio. Si pensa anche di alberare aiuole vuote in città e all’avvio di azioni educative per una cultura della sostenibilità e della tutela dell’ecosistema globale.

Di fronte alla catastrofe amazzonica, irresponsabilmente, il Governo brasiliano, dopo aver negato l’evidenza, dopo aver accusato le ONG per gli incendi devastanti, ha anche rifiutato sprezzantemente l’aiuto proposto dalla comunità internazionale e non risulta aver attivato serie strategie di contrasto. L’appello lanciato per oggi da Jodorowsky chiama ogni donna e ogni uomo a farsi parte attiva della cura della terra.

L’ecosfera è un sistema globale di interdipendenze e, in Amazzonia come in India o in Africa, l’aggressione al suo equilibrio nasce da obiettivi di profitto che, di fatto, minacciano la sopravvivenza di popolazioni indigene, di specie vegetali e animali, di ecosistemi specifici e dello stesso pianeta. Se il battito d’ali di una farfalla a Pechino influisce sul percorso di un uragano nell’Atlantico, anche la vegetazione piantata a Messina influisce sulla qualità dell’ecosistema globale.

L’assunzione di responsabilità verso piante e alberi è partecipazione attiva al futuro dell’umanità, al rispetto e alla salvaguardia della terra e del suo equilibrio ambientale. È un’azione alla portata di tutti che non possiamo confinare a un giorno, ma che deve divenire prassi quotidiana e oggetto di iniziative anche educative per la diffusione della cultura dell’interdipendenza globale che riguarda, oltre che l’ambiente, l’intera esperienza della vita umana e sociale del nostro pianeta.

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