Crisi a Palazzo Zanca: Bramanti, Caruso, Parisi e Scavello “autonomi all’interno del centrodestra”

In attesa del prossimo “decisivo” consiglio comunale, non ancora fissato, continua il dibattito sul futuro politico dell’amministrazione De Luca. Mentre soffia forte il vento della “crisi”, a Palazzo Zanca è un susseguirsi di dichiarazioni da parte dei consiglieri comunali, che in generale non pare abbiano intenzione di discutere il “salvamessina 2.0” e di partecipare alle riunioni notturne auspicate dal primo cittadino.

Ultimi in ordine di tempo i consiglieri di centro destra Bramanti, Caruso, Parisi e Scavello che in un comunicato ribadiscono la posizione del gruppo della Lega e della lista Bramanti Sindaco in seno al Consiglio Comunale.

“Avremmo fatto volentieri a meno di entrare nel merito di questa ennesima provocazione-ingiunzione nei confronti dei consiglieri – si legge –  Per 18 mesi consecutivi ci siamo riusciti, senza ricorrere a reazioni rivolte a persone o istituzioni. E’ un modo e uno stile di lavoro poco appariscente, ma allo stesso tempo serio e ponderato. Molti di noi hanno ancora davanti la recente campagna elettorale e avrebbero potuto approfittarne, ma non è corretto per i cittadini. Prima di tutto gli interessi della comunità.

Abbiamo condotto in piena libertà e senza condizionamenti la nostra linea politica, individuando di volta in volta, nella nostra responsabile convinzione, la scelta più opportuna e più idonea per i cittadini tutti e non soltanto per i nostri elettori e simpatizzanti. Al di là delle contrapposizioni ideologiche sul piano politico, abbiamo avuto ed ancora manteniamo una posizione autonoma, anche all’interno del centrodestra, non sempre totalmente condivisa. Si va avanti fin dall’inizio della consiliatura senza una maggioranza nè una minoranza. Se le proposte che votiamo favorevolmente ci vedono in linea con il miglior obiettivo per la città, il nostro sostegno è assicurato. Ciò non vuol dire che siamo d’accordo con quel proponente sul piano ideologico, politico o programmatico. Autonomi, come dicevamo, nella minoranza che qualche volta si può ritrovare a coincidere con qualche troncone vagante di “pseudominimaggioranza”. E’ a questo ultimo abominevole abortivo nucleo politico che il signor Sindaco vorrebbe dare un ruolo e un nome portandolo alla luce con cognomi e numeri. Solo così gli sarebbero consentiti tempi e risultati certi! E così nessuno si potrebbe sottrarre a precise logiche partitiche e responsabilità. Stessa compagine governativa, stessi obiettivi, stessi obblighi. E i partiti di appartenenza? Per chi ci sta, verrebbero in seconda battuta, o forse no, sarebbero ufficialmente coinvolti anche loro nell’affare, politico. Ma a chi conviene in questo momento? Specialmente con la crisi che investe la nostra nazione e la nostra regione? In fin de conti, per il Sindaco questo passaggio dovrebbe essere un atto dovuto, specialmente per chi collabora con lui in barba a qualunque appartenenza politica di partenza e di arrivo. Per una volta però dobbiamo dare atto al primo cittadino della sua richiesta. E’ giusto che chi è con lui lo dichiari ufficialmente e vada a costituire il neopartito del sindaco, alla luce del sole. In fin dei conti è un atto scontato ed evidente, senza infingimenti o ambiguità. Chi non appartiene, come noi, a questo schieramento occulto o manifesto, lo dica ufficialmente, ma si comporti coerentemente alle dichiarazioni ufficiali.

Chi, come noi, non è mai fatto parte di speciali schieramenti, né prima, né durante, né dopo, non può che manifestare ufficialmente la propria distanza da questa paradossale iniziativa. Senza preconcetti, senza scontri, senza preclusioni ma con senso di responsabilità e rispetto per i cittadini e le istituzioni. E’ con questo spirito, senza incontri semi-privati e individuali, che ci apprestiamo ad affrontare questa ennesima fase confusionale di palazzo. La città ha bisogno di proposte, ma soprattutto di risposte, responsabili e immediate e noi ci siamo e ci saremo ogni qualvolta servirà il nostro convinto contributo. Nel nostro autonomo modo di operare e di agire, continueremo secondo questo stile a proporre e vigilare, a costo di essere considerati poco appariscenti, ma ciò non vuol dire poco incisivi. Non saremo contro qualcuno in maniera preconcetta né a favore di qualcuno in maniera aprioristica, ma dialogheremo per quanto il nostro dovere ci obbligherà a fare, nell’unico comune intento di rispettare il mandato che abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare, facendoci guidare dall’unica vera priorità che sin qui ci ha ispirati, vale a dire il perseguimento del rilancio della nostra città”.

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