Mafia dei Nebrodi, confiscati 11 milioni a un imprenditore di Capizzi

Nel 2017 era stato disposto il sequestro dei suoi beni, oggi la confisca: 349 ettari di terreno, 3 società agricole, 8 fabbricati, 10 autovetture e diversi conti correnti postali e bancari, per un valore superiore a 11 milioni di euro.

I carabinieri di Enna e la Guardia di Finanza di Caltanissetta hanno sequestrato un importante patrimonio al 59enne imprenditore agricolo Giacomo Stanzù, di Capizzi (Messina), residente a Valguarnera (Enna).

Era stato arrestato il 30 novembre 2011, nell’ambito di un’inchiesta per omicidio, e condannato in via definitiva a 14 anni, per reati legati alla criminalità organizzata. Stanzù fece vendicare la morte del padre chiedendo all’amico boss di cui aveva protetto la latitanza di eliminare un uomo che vent’anni prima gli aveva ucciso il padre in un agguato.  A febbraio 2018, nell’ambito dell’operazione antimafia «Nibelunghi», erano stati individuati e indagati i presunti prestanome di Stanzù.

Alcuni collaboratori di giustizia hanno riferito di costanti contatti tra Stanzù e gli esponenti della cosca di cosa nostra di Enna ma anche con il boss di Gela, Daniele Emmanuello, ucciso nel 2007 in un conflitto a fuoco con la polizia che aveva individuato il suo covo di latitante in territorio ennese.

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