Paziente covid19 al Papardo, l’avvocato Velini risponde al Sindaco “nessuna omissione, autodenuncia inviata e aperta dopo 10 giorni”

Pubbliche le accuse, e pubbliche le difese. Dalla diretta facebook del Sindaco allo smartworking dell’avvocato, prosegue la querelle su come abbia trascorso il rientro dal Trentino il paziente tutt’ora ricoverato al Papardo e le cui condizioni stanno migliorando.

Intanto è stata aperta dalla procura un’indagine conoscitiva, in cui non risultano iscrizioni nel registro degli indagati.

Sono però in corso accertamenti su alcuni aspetti che hanno caratterizzato la gestione dell’emergenza a Messina e le pratiche di condotta adottate da chi è rientrato in città dopo l’emanazione delle varie ordinanze restrittive.

Ecco la lettera che l’avvocato Velini ha inviato oggi al Sindaco Cateno De Luca:

“Egr Sig. Sindaco di Messina

Mi rincresce dovere replicare a quanto da Lei dichiarato nel corso della Sua Diretta facebook di giorno 19.03.20 e nella lettera di risposta pubblicata in pari data nella sua pagina ufficiale facebook, ma i toni utilizzati in esse mi impongono di farlo.

Il mio assistito, con la nota trasmessaLe in data 18.03.20 ha ritenuto, nell’interesse di tutti, e nella trasparenza tanto auspicata dalla S.V. di rendere noti, e senza omissione alcuna, tutti gli spostamenti da lui compiuti, certo di rendere un servizio alla comunità, e sono lieto che abbia potuto accertare che quanto affermato nella mia missiva corrisponda al vero e che, al contempo, ne abbia dato atto nel corso della sua diretta.

Detto ciò, visto quanto è emerso dai suoi accertamenti, certamente non avrei immaginato che dedicasse così tanto spazio alla missiva inviataLe per conto del mio assistito nel corso della diretta che quotidianamente trasmette nell’interesse della città sulla sua pagina Facebook, per replicare ad una nota il cui unico intento era quello di fornire informazioni utili e preziose a quella collettività che sta tanto a cuore a tutti noi.

Certo non mi aspettavo, e come me ritengo molti, che vista l’emergenza sanitaria in atto e per la quale, a ragione, è richiesta a tutti i cittadini la massima attenzione e responsabilità, per sua stessa ammissione, l’autodenuncia del mio assistito venisse “rinvenuta” a seguito alla mia nota ed aperta solamente dopo dieci giorni dal suo invio, circostanza che apre inquietanti interrogativi.

Mi chiedo, invero, quante denunce sono ancora inevase ed a quanti cittadini che si sono autodenunciati, non sono state successivamente fornite le istruzioni necessarie sui comportamenti, adempimenti e prassi da rispettare, così come accaduto  nel caso specifico, .

E mi consenta di osservare che il fatto che la denuncia del mio assistito, come ritenuto dalla S.V. non fosse completa, poco importa posto che, sino alla data di ieri non era mai stata neanche “rinvenuta”, e certamente se meritevole di integrazioni, il personale preposto avrebbe potuto chiederle tempestivamente e impedire, di fatto, la “libera”condotta  del “signor X”.

Ed ancora, Egregio Signor Sindaco, non comprendo perché, nello spazio che ieri ha dedicato al caso in questione, abbia ritenuto di specificare che il “signor X” secondo quanto previsto dalla Sua ordinanza in materia di contenimento del contagio, avrebbe dovuto segnalare ad Asp e Medico di famiglia l’insorgere dei primi sintomi. Non lo comprendo perchè, come riportato su precedente nota da me inviata al rispettabile Comune del quale è a capo, tali segnalazioni risultano essere state regolarmente effettuate dal mio assistito, ma alcuna risposta gli è mai pervenuta dai destinatari.

E a riprova di quanto affermato dal mio assistito, c’è la Sua giusta reprimenda al disservizio registrato negli uffici dell’azienda sanitaria, nei quali, come da Lei riferito, non sarebbero state scaricate oltre mille email di autodenuncia fatte all’ASP, dunque mai trasmesse agli uffici comunali, e in tal senso trovo Lodevole , da parte Sua, denunciare i disservizi e la comunicazione carente tra Asp e Comune;.

Credo che individuare il perché ciò sia accaduto, ed indagare per trovare quali minori quali maggiori responsabilità, ed attivarsi per evitare che ciò si ripeta in futuro, divenga prioritario su tutto, certamente più del perdere tempo prezioso per riscontrare una nota fatta con mero spirito di collaborazione ed i cui intenti sono stati, evidentemente travisati, posto che non è La S.V. l’organo preposto ad amministrare giustizia.

Mi chiedo, inoltre, se i toni da Lei utilizzati nei confronti del sottoscritto e del mio assistito, che anziché trincerarsi dietro omertosi silenzi, hanno cercato di fare un’operazione di trasparenza e collaborazione, siano utili a far sì che altri collaborino con le autorità sanitarie e giudiziarie nell’interesse di tutti o sortiscano l’esatto effetto contrario.

Ovviamente non entrerò nel merito delle considerazioni legali operate nel corso della Sua diretta non essendo quella e questa la sede competente.

Anche se mai avrei ritenuto di doverlo fare chiarisco, infine, all’assessore Musolino di avere inserito nella mia nota il nome del mio assistito, non per stoltezza, ma ovviamente per rendere noto alle autorità in indirizzo e solo ad esse, Le generalità del soggetto in argomento.

Non volendo più entrare in sterili polemiche ribadisco la più ampia disponibilità del mio assistito e del sottoscritto a fornire ogni più ampia collaborazione alle autorità competenti.

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