Coronavirus. Liturgie della Settimana Santa: cosa si fa, cosa non si può fare

Quest’anno sarà Una Settimana Santa molto particolare così come lo è stato tutto il Tempo Quaresimale. La liturgia del Triduo Pasquale, della Veglia e della Domenica di Resurrezione, verranno variate con importanti novità liturgiche dettate dalla situazione d’emergenza, all’insegna di alcune rinunce: non si avrà benedizione degli ulivi la Domenica delle Palme, rimandata la Messa crismale, Messa in Coena Domini senza lavanda dei piedi, il Venerdì Santo privo del bacio della Croce (e con la nuova invocazione nella Preghiera universale), niente accensione del fuoco prima della Veglia pasquale.

Con le «Indicazioni rituali» per la celebrazione della Settimana Santa 2020 la Conferenza episcopale italiana offre a parrocchie, comunità e credenti un riferimento unitario in vista dei riti che si svolgeranno «senza concorso di popolo ed evitando concelebrazioni» ma in modo che anche in tempo di emergenza e di quarantena il «momento più importante dell’anno liturgico» sia vissuto nella maniera più intensa e partecipata. Cambiano le forme, non cambia la sostanza.

In una nota che si aggiunge a quella diffusa dalla Presidenza Cei per fornire le prime indicazioni condivise recependo nella Chiesa italiana le direttive universali della Congregazione per il Culto divino sulla disciplina delle celebrazioni della Settimana Santa, la Cei aggiunge al sussidio per famiglie pubblicato su www.chiciseparera.chiesacattolica.it le direttive per entrare nel merito delle singole giornate-chiave che ci attendono. Eccole.

Domenica delle Palme e della Passione del Signore

Anzitutto la nostra Conferenza episcopale spiega che «gli Arcivescovi e i Vescovi, nelle Cattedrali, presiederanno la celebrazione eucaristica con il rito della benedizione dei rami di ulivo e la processione introitale alla Messa (seguendo la forma del Messale Romano cioè senza la processione solenne all’esterno della chiesa). Nelle chiese parrocchiali i presbiteri presiederanno la celebrazione commemorando l’ingresso del Signore in Gerusalemme in forma semplice (terza forma del Messale Romano), senza benedizione dei rami e senza solenne processione introitale alla Messa».

Giovedì santo – Messa crismale

Per quanto riguarda «la Messa crismale», sarà «trasferita a una data successiva alla Pasqua e che sarà indicata in base a quanto disporrà il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, in sintonia con quanto il Santo Padre stabilirà per la Diocesi di Roma». Resta ovviamente al suo posto la «Messa in Coena Domini» che i vescovi presiederanno «nelle Cattedrali». Nelle parrocchie invece «in via straordinaria, è concessa ai singoli presbiteri la facoltà di celebrare la Santa Messa nella Cena del Signore, senza concorso di popolo ma solo con pochi ministri». Comprensibilmente «si omette la lavanda dei piedi» mentre «subito dopo l’omelia si prosegue con la Preghiera universale o dei fedeli e la Liturgia eucaristia. Al termine si omette la processione con il Santissimo Sacramento, che viene riposto nel Tabernacolo solitamente utilizzato e non in un altro, senza adorazione solenne. Non vengono allestiti altari per la reposizione, né sono permesse le visite consuete e le veglie di adorazione».

Venerdì Santo – Celebrazione della Passione del Signore

Anche in questa giornata «gli Arcivescovi e i Vescovi, nelle Cattedrali, presiederanno la celebrazione». Per le chiese parrocchiali «i presbiteri che lo vorranno, potranno celebrare l’azione liturgica della Passione del Signore, solo con pochi ministri e senza concorso di popolo». C’è una novità annunciata per la solenne Preghiera universale del Venerdì Santo, nella quale «l’ultima invocazione, per i tribolati, è riformulata dalle indicazioni della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e dell’Ufficio liturgico nazionale». Si «omette il bacio» nel «rito di Adorazione della Croce», al posto del quale «si può sostare qualche istante davanti alla Croce in adorazione silenziosa».

Sabato Santo – Veglia pasquale

Pastori e parroci sono accomunati dalla medesima disposizione: «Gli Arcivescovi e i Vescovi, nelle Cattedrali, celebreranno la Veglia pasquale e lo stesso potranno fare, nelle parrocchie, i presbiteri che lo vorranno». Alcune significative novità per la celebrazione: «All’inizio si omette l’accensione del fuoco e si procede con la preparazione del Cero, la sua accensione e il canto del Preconio pasquale. La liturgia della Parola si celebra come previsto dal Messale Romano. La liturgia battesimale si compie senza le Litanie dei Santi, la benedizione del fonte e la celebrazione dei Battesimi, ma con la sola rinnovazione delle promesse battesimali. Dopo la Preghiera universale o dei fedeli la celebrazione prosegue con la Liturgia eucaristica. Non sarà possibile distribuire ai fedeli l’acqua benedetta ma si potranno invitare ugualmente le famiglie a benedire la mensa, nel giorno di Pasqua, come di consueto, anche senza l’acqua».

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