Galati Marina, nuova mareggiata e denunce a chi mette in riparo la casa; il Comitato “l’Amministrazione interviene tardi”

 

 

di Michele Bruno – In questi giorni, come già accaduto il 25 marzo scorso a seguito di una mareggiata a Galati Marina, l’emergenza continua a colpire i cittadini della zona, ma ciò sembra passare sotto traccia. Si tratta di un’emergenza nell’emergenza, un problema che ad alcuni forse pare di serie b, rispetto al problema che fa più rumore. Ma anche in questo caso, ci sono persone che rischiano la vita.

Infatti si è verificata una nuova mareggiata a Galati giorni fa. A riportarlo è un servizio del TG regionale di Rai3:

TGR Sicilia RAI 3 – 13/04/2020

Anche il TGR Sicilia di Rai 3 dà voce alla nostra battaglia.➡Sì ad una seria messa in sicurezza❌Basta interventi tamponeCondividi questo video!#SalviamoGalatiMarina#erosionecostiera #GalatiMarina #Messina #sicilia #sicily #maremostrum

Publiée par Salviamo Galati Marina – Comitato sur Lundi 13 avril 2020

 

Il Governo e le istituzioni locali, correttamente, invitano i messinesi a restare a casa, ma cosa deve fare chi una casa ce l’ha ma rischia che venga spazzata via dal mare, morendovi dentro?

A quanto apprendiamo dal reportage, in settimana è prevista l’approvazione della delibera della Regione Sicilia per il progetto di salvaguardia della costa di Galati, per un importo di 3 milioni e mezzo di euro. A seguito dell’approvazione, si prevede che finalmente verrà posta una barriera costituita da pennelli, a sostituire la vecchia barriera radente, ormai inutilizzabile, come più volte ribadito dal Comitato Salviamo Galati Marina.

il Presidente Giulia Ingegneri è intervenuta ” Basta ai danni, basta agli interventi tampone, basta ad interventi inadeguati e fuori tempo, che sono serviti semplicemente a sprecare denaro!”.

 

In questi giorni, prima della mareggiata, tra l’altro il Comitato aveva posto l’allarme:

“Dopo il grido d’allarme lanciato a più riprese negli scorsi mesi per portare all’attenzione dell’opinione pubblica i danni subiti dalle abitazioni a causa delle mareggiate, l’ultima delle quali si è verificata lo scorso 25 marzo, i membri del Comitato “Salviamo Galati Marina” chiamano in causa l’Amministrazione comunale in merito alle recenti ordinanze di sgombero e alle denunce a carico dei residenti del villaggio marino, annunciando di essere pronti a portare avanti la loro battaglia in tutte le opportune sedi.”

 

Sostengono dal Comitato “mentre gli uomini della Polizia Municipale notificavano un’ordinanza di sgombero, un malcapitato cittadino, adesso difeso dall’Avv. Luigi Giacobbe, è stato denunciato per aver tentato di salvaguardare la propria incolumità con la riparazione del proprio muro perimetrale. Tutto ciò dopo aver dovuto subire i danni del mare dovuti all’incapacità delle istituzioni di attuare una tempestiva messa in sicurezza. Come se ciò non bastasse, siamo venuti a conoscenza che giorno 27 Marzo un altro cittadino è stato denunciato per innovazione di terreno demaniale marittimo. Mentre noi cercavamo di capire le dinamiche e non eravamo nelle condizioni di smentire subito i fatti, su questa vicenda è stata costruita una narrazione surreale secondo la quale sarebbero stati i cittadini a manomettere la barriera. Non permetteremo che passi questa ricostruzione artificiosa dei fatti, che mortifica ulteriormente una popolazione già vessata da anni, né che si cerchino capri espiatori per tentare di scaricare responsabilità riconducibili prevalentemente a una cattiva gestione”.

 

 

 

 

I rappresentanti del Comitato già a partire dallo scorso dicembre avevano specificato come la barriera esistente non fosse più sufficientemente protettiva. Infatti il Comitato aveva fatto presente la situazione attraverso la stampa, pec e non per ultime nelle audizioni delle Commissioni Comunali e dell’ARS.

 

«Apprendiamo – hanno proseguito – che qualcosa finalmente inizia a muoversi, alla luce dell’ordinanza sindacale, datata 10 aprile, con la quale si dà disposizione, come da noi richiesto già da dicembre, di procedere con immediatezza all’esecuzione dei lavori per rafforzare la barriera e mitigare la situazione di pericolo, quindi si interviene con estremo ritardo e senza dare piena risposta alle nostre richieste, pertanto chiediamo quali ulteriori soluzioni intende mettere in atto per tutelare le persone rimaste senza casa e i tanti cittadini che si sono visti invadere le proprietà da montagne di sabbia in quelli che una volta erano giardini e cortili esterni».

 

 

Ad oggi, ci spiega per telefono il Presidente del Comitato, Dottoressa Giulia Ingegneri, che “ancora, dopo 6 giorni dalla pubblicazione dell’ordinanza, siamo ai lavori preparatori. I mezzi inviati dall’amministrazione sono semplicemente all’opera per  realizzare il passaggio su cui dovranno introdursi gli altri mezzi che poi opereranno la sistemazione vera e propria della barriera. Quindi prevediamo che passerà ancora del tempo prima che Galati sia messa in sicurezza”.

 

Aggiunge Ingegneri ”  Se entro Maggio si dovesse arrivare alla messa in sicurezza, a Settembre, se si interverrà con l’attuale ritmo, cioè con una generale carenza di manutenzione, saremo allo stesso punto di adesso. La barriera va infatti continuamente rimessa a punto”.

 

 

Durante la diretta di ieri, l’Assessore Massimiliano Minutoli, ribadiva che la Regione è pronta ad approvare l’intervento definitivo, i pennelli che dovrebbero risolvere tutto”. Solo il 3 Aprile scorso, tuttavia – come dice il Presidente del Comitato – il Comune ha inviato la documentazione necessaria all’Assemblea Regionale per dare l’avvio ai lavori. I soldi erano già stanziati, si è dovuto aspettare tantissimo tempo, si sono dovuti buttare altri soldi per opere tampone, solo in parte utili, quando si sarebbe potuto porre fine prima al problema. Il Patto per il Sud, un progetto nazionale finanziato con fondi europei infatti – conclude Ingegneri – aveva fornito le coperture per l’intervento.”.

E va detto che il problema è noto da tempo, il Comitato infatti è nato il 12 novembre 2019 a seguito delle continue mareggiate, perché a detta di Ingegneri “era necessario che ci costituissimo come soggetto e cercassimo di farci sentire pubblicamente, nessuno finora ci aveva ascoltato – e afferma chiaramente – nei fatti se qualcosa si sta muovendo, è per via delle nostre continue pressioni”.

 

 

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