Imprenditore eoliano chiude l’attività ricettiva, riporta gli asini a Lipari e si reinventa

di Luana Spanò – Le grandi incertezze acuite dalla finanziaria regionale approvata da poco, hanno spinto molti imprenditori eoliani ad avanzare l’ipotesi di non aprire le proprie attività per la stagione lavorativa 2020. I comunicati di Federalberghi Eolie e AssoImpreseEolie sottolineano che se non arrivano gli aiuti considerando le particolarità delle isole minori e che il turismo sia ampiamente il settore dell’economia che maggiormente risentirà di questa crisi, non si apre.
L’imprenditore Luis Mazza fa sapere che la sua attività ricettiva a Lipari, Al numero zero, resterà chiusa. Dichiarando che non saprebbe come lavorare in queste condizioni:
“È probabile che ci rivedremo più tardi del previsto. Stiamo provvedendo a cancellare, rimborsando integralmente, le prenotazioni di chi aveva scelto di trascorrere qui le proprie vacanze di mare e campagna. Non accettiamo prenotazioni almeno fino al prossimo autunno, poi si vedrà”.
Preferendo non utilizzare il termine reinventarsi ci racconta che ha deciso di perseguire altre potenzialità economiche delle Isole Eolie, lasciate per troppo tempo in secondo piano:
“Proseguono le nostre attività rurali, la vendita delle cassette con i prodotti di stagione, le semine e le raccolte. Grande attesa, per esempio, per le lenticchie e le patate viola”.
Al numero zero, azienda agricola e b&b, il 19 marzo, in piena pandemia, è nata Pan. Un’asina venuta al mondo sulle note di Schubert, il primo asino nato a Lipari dopo quasi quarant’anni. Adesso vive con Nina e Lucio, altri due asini in una campagna vista mare.

“Speriamo di riprendere presto le nostre attività di trekking con gli asini anche con la nuova arrivata Pan. Stiamo lavorando a dei progetti di onoterapia (pet therapy praticata con gli asini), orto didattico e campeggio rurale. Insomma, si continua a seminare di tutto, per raccogliere tutti insieme quando sarà tempo di raccogliere”.

Secondo Luis Mazza la vocazione naturale delle Eolie è quella agricola: “Dovremmo perseguire altri modelli, dove l’agricoltura e il turismo vanno di pari passo. Qui invece sembra che l’uno debba escludere l’altro. Tutti i nostri sentieri e mulattiere sono a dimensione di asino. Un tempo il nostro territorio era quasi interamente coltivato, una dimostrazione sono i terrazzamenti che rendevano coltivabili anche i terreni più difficili. Il mio turismo ideale non è quello di stagione e di massa. Quello che immagino io e che provo a fare è fatto di persone che raggiungono i nostri territori per assaporarli a piedi o con degli asini, una full immersion nella natura, degustando magari la Malvasia, famosa al mondo, o percorrendo le nostre vigne durante la potatura o la vendemmia a settembre. Un turismo che raggiunge il nostro territorio per vedere qualcosa di unico, come lo sono le Eolie, uno dei posti più belli al mondo.
Torniamo a valorizzare le colture locali e l’agricoltura”.

Altre iniziative come l’Orto solidale sembrano un ritorno alle origini, oggi è terminata la fresatura del terreno ed è pronto per l’orto. L’idea è che un gruppo di volontari possa prendersi cura delle coltivazioni per poi distribuire i prodotti a chi ne ha più bisogno.

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