Bambini e abuso di alcool: il garante per l’infanzia Costantino, “istituire l’educatore di strada”

La repressione non basta. Ne è convinto anche il garante dell’infanzia e dell’adolescenza Angelo Fabio Costantino, che è intervenuto dopo quanto accaduto lo scorso weekend con una ragazzina di 12 anni finita all’ospedale dopo aver abusato di alcool.
“Leggere di bambini, perché di questo si tratta, in ospedale perché ubriachi mi rammarica e mi deprime. Abbiamo sbagliato tutto – ha scritto Costantino –  li abbiamo lasciati soli ed indifesi di fronte alle mille insidie di una città che si è dimenticata di loro.
Onore alla Polizia Municipale e a tutte le Forze dell’Ordine per il lavoro di controllo del territorio ma è ormai evidente che tutto questo non basta e non serve.
Non possiamo delegare alla repressione tutto quello che dovremmo prevenire. Dietro un bambino in ospedale per alcol c’è un mondo di miseria e disattenzione di cui dovremmo farci carico. Anche in questo caso la Magistratura Minorile accerterà le responsabilità ma non possiamo delegare tutto ai Tribunali”.
“Quando interviene l’Autorita’ Giudiziaria per il disagio giovanile – ribadisce Costantino –  abbiamo fallito già da tempo.
Prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria il Prefetto aveva accolto la mia proposta di avviare un tavolo tecnico per l’istituzione della figura dell’ “Educatore di strada” affinché si potesse fare prevenzione ed intervento direttamente nei luoghi di aggregazione dei giovani grazie ad educatori ed operatori esperti di disagio giovanile.
Conoscendo la sensibilità e la competenza del Prefetto di Messina sono certo che questo percorso riprenderà presto ma sappiamo già che non basterà perché dopo l’emergenza sanitaria altre fragilità intravediamo all’orizzonte.
Con scuole, piscine, ville comunali, scuole di danza, centri di aggregazione e ogni
luogo di socializzare chiusi per tre mesi abbiamo lasciato i ragazzi nel deserto educativo ed i danni li vedremo nei prossimi mesi.
La cura dei bambini e dei ragazzi definisce il vero volto di una comunità ed è per questo che dobbiamo dare tutti il nostro contributo cominciando ad ASCOLTARE chi veramente lavora ogni giorno con i ragazzi. Basta divisioni sulle spalle dei giovani”.

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