De Luca e i fondi non spesi del Masterplan, interviene MessinAccomuna

Seconda puntata sul nervosismo di Cateno De Luca. Conferenza sul Masterplan: ancora Accorinti e la sua giunta. Messina sarebbe stata “scippata” di oltre 200 milioni. Povero De Luca, all’epoca evidentemente era sconnesso: non si è accorto che Accorinti corresse un errore blu del Governo, che non ci aveva incluso nei “patti”. Una energica telefonata di Renato al sottosegretario De Vincenti recuperò alla Città Metropolitana 332 milioni di Euro. Altro che soldi persi: Accorinti ha fatto avere a Messina risorse che le erano state sottratte. Ridicolo parlare del luogo della firma. A Napoli si è firmato in Prefettura: De Magistris, succube del Ministero dell’Interno? Avrebbe dovuto rifiutare questo sopruso del Governo? Scempiaggini. Quanto alla destinazione territoriale, De Luca non conosce l’interesse generale e nemmeno il territorio che amministra. Messina è una realtà metropolitana particolare, non centripeta ma policentrica. Le funzioni produttive, turistiche, amministrative, culturali non sono concentrate nel capoluogo, ma distribuite sul territorio provinciale. Questa peculiarità consentì a Messina (grazie all’impegno concorde di Accorinti, società civile, ARS di Giovanni Ardizzone) di entrare fra le 13 Città Metropolitane italiane. Con questa consapevolezza Accorinti coinvolse nel masterplan tutti i Comuni del territorio (da Giardini a Tusa), definendo un quadro complessivo di progettualità che valorizzasse le vocazioni locali. Individuate quattro aree (Nebrodi, Tirrenica, Capolouogo, Jonica), le amministrazioni locali, con un esercizio di democrazia partecipativa che De Luca non sa nemmeno concepire, definirono quadri omogenei di intervento prioritario (Nebrodi: turismo, Tirrenica: Infrastrutture viarie e Sviluppo, Jonica: Infrastrutture viarie, Capoluogo: Sviluppo economico, Ambiente, altri interventi). Inoltre il “patto” di Messina fu citato come innovativa “buona prassi” dal Governo: era stato previsto (e poi replicato a Cagliari) che le economie dei ribassi di gara andassero destinati all’edilizia scolastica. In allegato la tabella coi fondi e la ripartizione per territori e per assi.

Il coinvolgimento del territorio metropolitano fu esplicitamente lodato dal Governo e il modello di sviluppo territoriale fu il frutto di una intensa concertazione. In quel momento di alta responsabilità pubblica, proprio De Luca fece il furbetto. Il Governo chiedeva progetti esecutivi o definitivi e lui, per mettersi un pennacchio, parlò di un progetto cantierabile per lo svincolo di S. Teresa. Falso, disse poi il Consorzio Autostrade: 12 milioni di nulla per mettersi medaglie di latta. Lamenta che i “centri di spesa” siano molteplici. Ma, giusto per restare in tema, gli svincoli autostradali li progetta, realizza, gestisce, chi lo fa per mestiere e per ruolo istituzionale, non l’ufficio tecnico di un Comune di 9.500 anime. “I soldi a me, così li dò a chi voglio”: è il carburante della sua campagna elettorale permanente. Ecco lo stile della persona: da sindaco di S. Teresa presentava progetti inesistenti per millantare soldi fondati sul nulla, da sindaco di Messina dice che quello è stato uno scippo al capoluogo. Se andasse a Palermo, affosserebbe Messina se ciò dovesse servirgli ad arrivare “più in alto”. Insomma: Accorinti agì da Sindaco della Città Metropolitana, cosa che De Luca ha sostanzialmente dichiarato di non voler fare, o di non saper fare per cultura politica.

De Luca i soldi li vuole, ma se i progetti servono alla città, non li spende. A giugno 2018, 31 progetti del Comune (100 milioni su 104) erano validati nella banca-dati nazionale e per 21 era già stata trasmessa la richiesta di anticipazione finanziaria alla Città Metropolitana. Da quella data, la paralisi gestionale: ipotesi di “rimodulazioni”, cancellazione di progetti già attivi (“Sportello per l’imprenditorialità giovanile”), revoca dei bandi del sociale, definanziamento per la piastra logistica di Tremestieri (un’opera strategica per Messina e il suo territorio metropolitano); adesso obietta anche sul coinvolgimento dell’IRSAP per i 9 milioni destinati alle infrastrutture per il PRUSST, che potevano partire dal 2018. Lui dice che avrebbe fatto chissacchè per l’AMAM. Nel Masterplan c’erano 6,1 milioni per il Fiiumefreddo, il Montesanto e la rete fognaria: che fine hanno fatto? Faccia, anziché parlare! Oltre 100 milioni di euro ricevuti con progetti e piani di spesa dalla precedente amministrazione fermi. E a marzo 2019 il centro studi “Pio La Torre” certificava: Messina fanalino di coda tra le Città Metropolitane d’Italia per i masterplan, appena 580.000 Euro di spesa su 334 milioni. Altro che efficienza: ricevuti i finanziamenti su progetti da far partire, De Luca, finora, ha bloccato la città, tentando di disfare. Parla per alzare polveroni che coprano la sua incapacità di spesa.

Fine della seconda puntata, a breve la terza.

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