Naufragio Nuova Iside: a Messina la petroliera Vulcanello sottoposta a perizia

Si trova a Messina dal 2 settembre la petroliera Vulcanello, la nave che avrebbe causato l’affondamento lo scorso 12 maggio del peschereccio Nuova Iside della marineria di Terrasini. L’imbarcazione è stata messa a secco al porto di Messina e in questi giorni, sono stati eseguiti degli esami sull’imbarcazione alla presenza dei tecnici nominati dalla procura e dei legali delle parti.  “Nel corso della perizia – dice Aldo Ruffino, legale dei familiari delle vittime – sullo scafo della Vulcanello il consulente Barbagelata ha rilevato alcuni punti riverniciati compatibili con una collisione”.

La sera del 12 maggio il peschereccio si trovava tra San Vito Lo Capo e Ustica, e dalla scatola nera emergerebbe la collisione con la petroliera sul cui scafo sono state trovate tracce di riverniciatura adesso sottoposte al vaglio degli inquirenti. A bordo del peschereccio c’erano Matteo Lo Iacono (deceduto), il figlio Vito (disperso) e il cugino Giuseppe (deceduto).

La Nuova Iside si trova ancora in fondo al mare a 1300 metri di profondità. La famiglia ha chiesto più volte che venga recuperata. Al momento sull’affondamento sono quattro gli indagati. Nelle ultime relazioni dei periti della procura c’è scritto che sono quattro i rumori registrati dai microfoni del voyage data recorder della Vulcanello che farebbero pensare ad una collisione tra le due imbarcazioni avvenute al largo di San Vito Lo Capo. Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal pm Vincenzo Amico. Nell’inchiesta sono quattro gli indagati: il comandante della petroliera “Vulcanello”, l’armatore della società “Augustadue” e due ufficiali.

Le ipotesi di reato sono omicidio colposo, sommersione di nave e omesso soccorso.

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