Legalizzazione: digiuno per Walter De Benedetto, intanto il ministro fa marcia indietro sulla cannabis light

AREZZO DE BENEDETTO

di Palmira Mancuso – E’ iniziato il 23 ottobre il digiuno a staffetta promosso tra gli altri dall’Associazione Luca Coscioni e dal Forum Droghe per rilanciare la lettera aperta a Mattarella del malato Walter De Benedetto e chiedere a Parlamento e Governo di legalizzare la produzione, consumo e commercio della cannabis per tutti gli usi. Staffetta a cui partecipa anche chi scrive, credendo che legalizzazione della cannabis sia un argomento che non viene sminuito dall’emergenza sanitaria, perché per molti malati si tratta di una emergenza permanente. E da siciliani, inoltre, una riflessione sulla legalizzazione riguarda la possibilità di sottrarre alle mafie un business che non conosce flessione, come emerso anche dagli ultimi sequestri a Messina e provincia.

La storia di Walter De Benedetto è esemplare di quanto sia necessario che la politica si faccia carico delle richieste che arrivano dai malati costretti all’illegalità, discutendo il testo unico sulle droghe, alla luce anche di quanto ribadito da diverse relazioni della direzione nazionale antimafia.

Se oggi si registra una prima vittoria con la sospensione da parte del ministro Spernaza della classificazione come droga della Cannabis light, “in attesa di una valutazione sistematica e complessiva“ resta la necessità di sostenere i malati italiani ostaggio della burocrazia o delle leggi repressive del nostro paese. Chiedere che il Parlamento discuta in maniera seria il testo unico sulle droghe, sulla non rilevanza penale della coltivazione domestica, sulla legalizzazione della cannabis è l’obiettivo.

Leonardo Fiorentini, segretario nazionale di Forum Droghe, sottolinea come “il decreto era illogico e antiscientifico, collocando fra le tabelle degli stupefacenti una sostanza che l’OMS nelle sue raccomandazioni all’ONU ha chiesto di rimuovere dalle convenzioni proprio perché non psicoattiva. Bene la sospensione, ma il Ministro deve ora cancellare le indicazioni del suo stesso Ministero che in piena crisi COVID ha dichiarato illecita la spedizione dei farmaci a base di cannabis e escluso la possibilità di produrre oli e capsule, riportando indietro le lancette della scienza farmaceutica di due secoli al decotto. Gettando medici, farmacisti e pazienti nella disperazione. È necessario aprire un tavolo coinvolgendo la Società Civile per provare a risolvere i troppi problemi legati alla prescrizione e all’approvvigionamento della cannabis terapeutica”.

E’ ora di legalizzare: per tutti quei malati costretti all’illegalità e per sottrarre alla criminalità organizzata il business delle droghe leggere, liberando uomini e risorse per la lotta al narcotraffico.

Del resto resto basterebbe non ignorare le diverse relazioni del 2015 e del 2017 della Direzione nazionale antimafia che si è  soffermata sull’immane carico di lavoro che si abbatte sugli uffici giudiziari e sulle forze di polizia che si affannano nel contrasto al mercato illegale della cannabis. Per i magistrati della direzione vi è «la necessità di concentrare le risorse dello Stato finalizzate alla repressione dei reati su fenomeni più gravi e allarmanti del traffico di droghe leggere». In questa prospettiva, «sembra coerente l’adozione di una rigorosa e chiara politica di legalizzazione della vendita della cannabis, accompagnata da una parallela azione a livello internazionale, e, in particolare europeo, che consenta la creazione, in prospettiva, di una più ampia aerea in cui il fenomeno sia regolato in modo omogeno».

Dunque lo Stato non solo rende difficile la vita dei malati che accedono alle cannabis terapeutica, dall’altro esclude l’antiproibizionismo come strumento di lotta alla criminalità organizzata.

Secondo Marco Perduca, Associazione Luca Coscioni: “Grazie alle 250 persone che in pochi giorni si sono prenotate per digiunare a staffetta perché non si facciano passi indietro sulla cannabis, il Ministro Speranza ha deciso di sospendere il decreto che penalizzava i preparati a base di Cbd e avviare un approfondimento scientifico. Salutiamo questo ravvedimento e rilanciamo l’invito a unirsi al digiuno perché occorre insistere col dialogo sulla base di argomenti ed evidenze scientifiche che condivideremo nei prossimi giorni con chi si unirà all’iniziativa nonviolenta e le istituzioni a cui ci rivolgiamo. L’unione e la condivisione fanno la forza!”.

Qui il link per aderire alla staffetta:

https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/digiuna-anche-tu-per-la-cannabis/?fbclid=IwAR2dzs1nN_dipXiHTu_R8Ba5bTsBsV9-VF2OmxpYR1oZbtiwYTL0fYfPicU#.X5wbPYhKjIW 

 

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