Mafia a Messina: a casa del boss Irrera trovati 350 mila euro in contanti, dal monopolio dei carciofi alle mani nella movida

Passano le ore dal blitz che ieri ha messo in ginocchio il clan di Giostra, che emergono nuovi particolari sull’inchiesta denominata “Cesare”.

Al centro dell’attività del clan non c’erano solo il traffico di droga e le scommesse sulle corse clandestine di cavalli, ma anche la gestione di locali notturni, lidi e discoteche.  A tenere in mano le redini del clan, il cui capo storico Luigi Galli è da tempo in carcere, è il genero, Giuseppe Irrera, arrestato durante il blitz e nella cui abitazione i militari hanno sequestrato 350 mila euro in contanti e 60 in buoni fruttiferi.in titolo di Stato, tra Bot e Cct.

Irrera è accusato, oltre che di mafia, di trasferimento fraudolento di valori in quanto avrebbe intestato a prestanome una società immobiliare e le quote di una ditta titolare di unanota enoteca del centro cittadino, la “Musso”.

Nella sua attività di espansione economica e di reimpiego dei capitali “sporchi” infatti, Giuseppe Irrera ha fondato la società Wines & Liques srl “che come oggetto sociale – scrive il Gip – ha la gestione di enoteche e ristoranti: formalmente appartiene a Domenico Catanzaro (che ha il 20% delle quote ed è amministratore unico della società) e Domenica Retta, moglie di Giovanni Musso (che ha il 50% delle quote) e ha sede legale in via Centonze, con un’unica insegna a conferma che l’enoteca appartiene alla società (…) nella compagine societaria della Wines & Liquers non figura Irrera, tuttavia nelle intercettazioni trapela un’ingerenza dello stesso in questa come in altre società. Significativa è la conversazione – scrive ancora il gip – in cui Sabastiano Musso, cugino di Giovanni Musso, titolare dell’omonima enoteca, si rivolge a Irrera per sapere che prezzi deve praticare nei confronti di un cliente amico di Irrera”.

Dunque Irrera è più che un commerciante di frutta e verdura: come riferisce il collaboratore Vincenzo Barbera al gip, “è socio del lido M’Ama e ha interessi nella pizzeria sita a Grotte”. E che dire del monopolio sulla vendita dei carciofi? Lo riferisce ancora il Gip nell’ordinanza: “ha fatto dileguare in 24 ore un venditore che aveva soltanto “osato” posizionare il suo camion vicino alla sua rivendita”.

La caratura criminale di Giuseppe Irrera si evince anche dai rapporti con il clan Santapaola Ercolano, nelle cui casse finivano parte delle somme delle vincite delle corse clandestine: era proprio il boss di Giostra a tenere contatti diretti attraverso intermediari come Magrì, di cui il gip scrive che “era il nuovo capo della famiglia mafiosa Santapaola Ercolano, subentrato dopo l’arresto del reggente Rosario Lombardo, di cui parla il collaboratore di giustizia Salvatore Bonanno”.

 

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