Niente Consiglio chiesto dal Sindaco: manca numero legale; le motivazioni degli assenti

di Michele Bruno – Il Consiglio Comunale previsto per oggi e chiesto dal Sindaco di Messina, Cateno De Luca, non ha avuto luogo, in mancanza del numero legale.

Ciò è accaduto infatti, perché in giornata tre gruppi consiliari avevano chiaramente annunciato la loro assenza in aula.

“Non abbiamo alcun interesse ad assistere all’ennesimo show del sindaco e pertanto non presenzieremo all’odierna seduta del consiglio comunale, pur ribadendo la nostra totale disponibilità a qualsiasi tipo di reale collaborazione istituzionale, con il solo obiettivo di migliorare le condizioni sanitarie della città di Messina”. 

 “Una decisione – hanno dichiarato i consiglieri comunali di Ora Messina/Ora Sicilia La Fauci, Pagano, Sorbello e Vaccarino – maturata dopo un’attenta riflessione e alla luce dell’ormai innegabile deriva personalistica che sta caratterizzando l’irresponsabile condotta del sindaco di fronte alla difficile situazione che la nostra città sta vivendo a causa della proliferazione dei contagi. Se verranno accertate le responsabilità dei vertici dell’Asp sulle criticità di gestione della pandemia, saremo i primi a chiedere che a queste responsabilità corrispondano immediate e non rinviabili conseguenze. Quanto al resto – proseguono – è bene sottolineare che il senso di una convocazione urgente e straordinaria del Consiglio per oggi pomeriggio è già stato vanificato dallo stesso sindaco, che ha comunicato la sostanza della sua nuova ordinanza nelle tante dirette social in cui si è speso nei giorni scorsi; bypassando, come di consueto, la possibilità di un confronto serio e proficuo con il consiglio comunale o quantomeno con i capigruppo. Lo stesso De Luca che lo scorso 10 gennaio era atteso (e non pervenuto) in consiglio comunale per discutere sulle eventuali modifiche o sulla revoca dell’ordinanza n°5, e che al confronto con i consiglieri, manco a dirlo, ha preferito l’ennesima diretta Facebook in cui aveva annunciato la revoca dell’ordinanza stessa. Lo stesso primo cittadino che, in precedenza, impedito dalla consueta e irrinunciabile esibizione social, ha disertato una riunione congiunta della III e della VII Commissione, alla quale peraltro erano presenti alcuni rappresentanti dell’Asp. Non consentiremo – sottolineano i consiglieri comunali – che il nostro ruolo venga ulteriormente calpestato da un primo cittadino che utilizza una situazione emergenziale per attirare i riflettori non sui temi che interessano la nostra comunità ma su forme di propaganda da bar, condite da vergognosa violenza verbale, insulti, accuse gravissime, ciclici annunci di dimissioni farlocche e costanti tentativi di manipolazione dei fatti”.

Ricordano nella nota quella che hanno definito “gogna social” in diretta per un commerciante messinese colpevole di aver manifestato dissenso verso l’amministrazione comunale e le accuse a quotidiani locali e a Musumeci e Razza, definiti “assassini” e “fascisti”.

“I Sottoscritti consiglieri comunali non parteciperanno alla seduta odierna del civico Consesso in quanto ritengono che la motivazione addotta per la sua convocazione sia assolutamente generica e priva dei requisiti dell’urgenza. Il Consiglio comunale, infatti, si è già riunito in più occasioni, anche informali, per affrontare il tema dell’emergenza Covid-19. Occasioni nelle quali, più d’una volta, il Sindaco e la sua Amministrazione non hanno sentito l’esigenza di partecipare e confrontarsi, preferendo, invece, le dirette su Facebook. Non essendovi oggi atti amministrativi urgenti non si ravvede, quindi, la necessità di convocare il Consiglio in seduta straordinaria e urgente”. Hanno affermato i consiglieri PD, Alessandro Russo, Antonella Russo, Felice Calabrò e Gaetano Gennaro.

I consiglieri chiedono interventi economici concreti a sostegno della cittadinanza, e un cambio di passo del Sindaco “nel rispetto della legge e delle competenze sindacali”, affinché  le ordinanze e i provvedimenti del Primo Cittadino “non si pongano in contrasto con disposizioni regionali e nazionali, e non prestino il fianco a dannose possibili impugnazioni”.

“​Non è chiedendo le dimissioni di Tizio o di Caio – concludevano – che si ferma il virus e si aiuta la cittadinanza. Riteniamo, quindi, che al netto delle evidenti responsabilità che possono essere attribuite all’A.S.P. di Messina e ai suoi vertici, che esistono e sono sotto gli occhi di tutti, quello attuale sia il momento della collaborazione istituzionale a tutti i livelli. Solo così di può tentare di uscire il prima possibile dall’attuale stato di crisi. Per questo motivo invitiamo il Sindaco a cambiare rotta e anche atteggiamento rispetto a quanto finora fatto e ad assumersi la responsabilità che i cittadini e il ruolo che riveste gli attribuiscono. Come hanno sempre fatto, i sottoscritti continueranno con altrettanto senso di responsabilità e rispetto dei ruoli istituzionali, a lavorare per la città, valutando, suggerendo e sostenendo tutte le scelte che verranno assunte nell’esclusivo interesse della cittadinanza messinese”.

Anche Sicilia Futura aveva annunciato l’assenza dei suoi consiglieri Pietro La Tona, Daria Rotolo e Antonino Interdonato:

“Dato che l’ argomento proposto è stato affrontato più volte in Consiglio e nelle Commissioni consiliari; che non pare agli scriventi che questa nuova convocazione poggi su atti amministrativi nuovi che meritino un dibattito; che le recenti iniziative del Sindaco (ordinanza n. 5 poi ritirata) hanno formato oggetto di una riunione informale del Consiglio in data 10 gennaio, abbandonata dal Sindaco senza motivo, e di una riunione formale svoltasi il 12 gennaio disertata dal primo cittadino;

che questo gruppo consiliare ha scritto al Sindaco in data 11/01/2021 e 13/01/2021, offrendo disponibilità a confrontarsi sulle tematiche in questione, per condividere e fornire suggerimenti al fine di migliorare l’ordinanza stessa, senza ottenere alcun riscontro. Con il massimo rispetto per i colleghi consiglieri questo gruppo consiliare non parteciperà alla detta seduta ritenendola tardiva e inutile in quanto non poggiante su alcun atto da discutere e/o deliberare. Al contempo ribadisce la propria disponibilità a confrontarsi con l ‘Amministrazione sugli eventuali provvedimenti da assumere qualora questa collaborazione dovesse essere richiesta.”

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