Mafia dei Nebrodi: sequestrata la villa di Vincenzo Galati Rando

La DIA ha eseguito provvedimento di sequestro emesso dal tribunale misure di prevenzione di Messina, che ha colpito la villa sita a Torrenova e disponibilità finanziarie del tortoriciano Vincenzo Galati Rando, già coinvolto e condannato nell’operazione “Mare Nostrum”, perchè affiliato all’associazione dei Galati Giordano. La misura scaturisce da un’articolata attività investigativa svolta dagli operatori della DIA culminata nella proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale a firma congiunta del direttore DIA e del procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, Maurizio De Lucia e dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio.

Il lavoro degli investigatori ha fatto emergere la posizione di rilievo di Vincenzo Galati Rando nell’associazione mafiosa tortoriciana, un ruolo confermato, tra l’altro, da vari collaboratori di giustizia – tra cui Orlando Galati Giordano e Ruggero Anello – che hanno reso, in proposito, dichiarazioni concordi nel qualificare il ruolo rivestito dallo stesso. In particolare, Orlando Galati Giordano ha individuato in Vincenzo Galati Giordano come il soggetto che si occupava delle estorsioni a Castell’Umberto, mentre Ruggero Anello come Orlando Galati Giordano, dopo l’omicidio del fratello Luigi, avesse delegato lo stesso ad acquisire informazioni su alcuni appartenenti ai Bontempo Scavo.

Da ultimo, anche altri collaboratori di giustizia, all’epoca gravitanti nell’organizzazione mafiosa dei “Batanesi”, hanno confermato il ruolo rivestito da Vincenzo Galati Rando, tra loro: Carmelo Barbagiovanni lo descrive come il soggetto di Rocca di Caprileone che gestiva un’impresa edile e favoriva i “Batanesi”, mentre il collaboratore Giuseppe Marino Gammazza, pur non riconoscendolo come un appartenente all’associazione mafiosa di riferimento, lo individua anche come una persona che segnalava i cantieri da sottoporre successivamente ad estorsione.

Inoltre, il ruolo di “esattore” svolto da Galati Rando per conto della criminalità organizzata tortoriciana veniva ribadito dal collaboratore Nicolò Pezzino che, precisava come lo stesso, fosse sfuggito, nel 1991, ad un attentato dove era rimasto ucciso, invece, un giovane che gli somigliava. Secondo altro collaboratore di giustizia, Giuseppe Cipriano il tentato omicidio che poi non si è concretizzato  era stato disposto dal clan dei Bontempo perché consideravano Vincenzo Galati Rando un  importante esponente del clan contrapposto, capeggiato da “Ninu u’ssuntu” ed esattore delle tangenti estorte ai vari imprenditori.

Negli anni successivi, Galati Rando è risultato coinvolto anche nella gestione del giro di prostituzione in tre frequentatissimi night club, quali il “Dubai Night Club” di Caronia e il “Dolce Vita” ed il “Deja Vu” di Torrenova. Celandosi dietro le apparenze di circoli privati no profit, i titolari dei locali reclutavano donne, sia italiane che dell’est europeo. Nella successiva “operazione Pecunia”, Vincenzo Galati Rando è stato inoltre coinvolto, con altri soggetti, in un giro di prestiti a tassi usurai.

L’attività di indagine economico finanziaria condotta dagli specialisti della D.I.A. ha consentito di appurare come Vincenzo Galati Rando sia riuscito nel tempo ad incrementare il suo patrimonio attraverso il reimpiego di profitti illeciti verosimilmente provenienti dai fatti penali, per taluni dei quali lo stesso è stato già condannato, pur non avendo redditi ufficiali proporzionati. L’attività di indagine oggi è culminata con il sequestro della villa a Torrenova e delle disponibilità finanziarie riconducibili a Vincenzo Galati Rando.

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