Vangelo Ora: abitare il deserto per dare senso alla vita

di FraPè – Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Nell’immaginario collettivo si pensa  al deserto come a un periodo di prova, di difficoltà, un periodo da evitare a tutti i costi. Ma l’evangelista Marco nella sua sintesi del racconto delle tentazioni afferma che è lo Spirito a sospingere Gesù nel deserto dove appunto viene tentato.

Pensare al deserto ci spaventa perchè rappresenta la prova, la sete, la solitudine negativa, quella di chi si è perso. Ingenuamente immaginiamo che una vita realizzata sia una vita senza contrasti, senza incidenti, senza dolore… senza pandemia e restrizioni che limitano la nostra libertà. Va precisato che prima ancora che un luogo, il deserto è uno stato interiore, in cui siamo chiamati a vivere lottando con tutte le forze e a denti stretti e a volte è lo Spirito a spingerci. Ci spinge perché preferiamo vivere nello stordimento della città, dei social, di tutto ciò che apparentemente è appagante. Fatichiamo a prenderci del tempo per stare da soli, ci spaventa il silenzio, forse e soprattutto perché nessuno ci ha mai insegnato ad abitarlo, a farlo fiorire. Il deserto è il luogo dell’innamoramento e della relazione intima con Dio, il luogo dello sposalizio con il suo popolo: “Ti condurrò nel deserto e ti farò mia sposa”

Ma è proprio nel deserto della vita con i suoi problemi, le difficoltà le malattie, le pandemie, che cresciamo, che grazie alle tentazioni come le chiama il Vangelo, cioè scelte, discernimento, riusciamo a capire cosa distrugge e cosa costruire nella nostra esistenza. Grazie alle tentazioni impariamo a conoscerci, a diventare uomini e donne capaci di fare scelte coraggiose. Una cosa è certa, non siamo soli, ci viene in aiuto lo Spirito: qualsiasi cosa accada, non possiamo perdere, non possiamo sbagliare. Il bene vince sempre sul male.

Come Israele, anche Gesù rimane nel deserto quaranta giorni come quaranta furono gli anni trascorsi dalla sua gente a vagare nel Sinai prima di imparare a diventare un popolo libero. Solidale da subito. Niente sconti, niente privilegi. Anche Gesù ha dovuto affrontare le sue ombre.

Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Gesù non era solo ma vi era la natura e la grazia ad aiutarlo. Sta con le bestie selvatiche, e gli angeli in assoluta armonia . Presenze che ci servono per aiutarci a recuperare la nostra dimensione originaria, come a dire che nel cammino di conversione che il deserto ci chiede di vivere non siamo mai soli, ma la realtà e Dio ci sono accanto per non farci inciampare.

Lasciamoci dunque spingere nel deserto dallo Spirito, come ha fatto Gesù,  per affrontare senza paura le tentazioni per recuperare in noi l’immagine di Cristo che è in noi.

È opportuno in questo tempo di quaresima dare un senso a tutto quello che abbiamo vissuto e stiamo faticosamente vivendo in questo periodo di pandemia che ci accompagna ormai da un anno. Per avere il cuore libero di accogliere il messaggio che il tempo è compiuto e il Regno si è avvicinato, convertiamoci e crediamo al Vangelo avendo gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.

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