Riapertura mense scolastiche, si può fare in sicurezza? chiediamo all’infettivologo Cannuni

di Michele Bruno – Al momento le mense scolastiche sono sospese per una sentenza del CGA di Sicilia che ha annullato parte della gara d’appalto indetta dal Comune di Messina, che aveva potuto affidare il servizio ad una ditta. In merito alla questione abbiamo chiesto il parere di un esperto, riguardo alla possibilità di riaprirle in sicurezza, uno dei dubbi che ha creato qualche polemica, oltre alla rabbia di molti genitori rimasti delusi dalla sospensione. Abbiamo così intervistato Giuseppe Cannuni, infettivologo messinese che lavora alla clinica San Camillo. Cerchiamo di capire quali possono essere i problemi connessi alla riapertura.

Giuseppe quali sono le difficoltà legate all’apertura delle mense e alla sicurezza sanitaria?

“E’ una questione un po’ fumosa. Fumosa in quanto abbastanza complessa. Sono diverse le cose necessarie per poter svolgere le mense in sicurezza. Servono gli spazi a disposizione, che devono essere abbastanza grandi da ospitare un certo numero di bambini, può essere necessaria una turnazione, con un numero limitato di bambini da far entrare in mensa, suddividendo per più ingressi, un numero di personale operativo adeguato, servirebbero anche tutta una serie di norme di comportamento specifiche da attuare…”

I così detti protocolli?

“Esattamente. Bisogna che alunni, docenti, operatori delle mense e delle pulizie sappiano come comportarsi per evitare i contagi. Ed è molto difficile da attuare tutto ciò, per questo intendo che la questione è fumosa”.

Spiegami meglio.

“Noi in Clinica usiamo tutta una serie di regole e pratiche anti-contagio che sono state approntate in diversi anni di studi e di pratica. Ci vuole tempo per imparare e praticare certe regole, e per i bambini può non essere così facile e intuitivo farlo. Poi non è detto che tutte le scuole abbiano gli adeguati spazi a disposizione, ci sono scuole che hanno spazi troppo piccoli e con scarso ricambio d’aria, e i Presidi comprensibilmente potrebbero rifiutare di predisporre una mensa, ma anche alcuni docenti e genitori potrebbero essere preoccupati. Finirebbe in questo modo che siano i Sindaci a doversi sobbarcare da soli questa responsabilità. E per quanto riguarda i turni, se poi la conclusione è che devono iniziare dalle 8 non è più una mensa…”.

A chi dovrebbe spettare?

Giuseppe Cannuni

“Dovrebbe partire tutto dal Ministero dell’Istruzione, che di concerto con quello della Salute dovrebbe applicare delle linee guida nazionali, che poi possono essere declinate al contesto locale e applicate dai Sindaci e dalle Asp. Sia i Presidi che i Sindaci potrebbero temere denunce e rischi penali in caso di scelte che poi possano portare a contagi. Non succederebbe lo stesso se dovessero soltanto applicare le norme nazionali. Infatti riguardo alle mense e ad altri temi c’è un vulnus normativo, mancano norme specifiche sia nazionali che regionali. Sarebbe molto meglio se fossero le istituzioni a dare delle linee guida. C’è da dire che l’ex Ministro Azzolina ci aveva anche provato coraggiosamente
a far ripartire la scuola in presenza ponendo delle regole,
prima però che arrivasse la seconda ondata. Poi è saltato tutto”.

 

Quindi meglio non aprire?

“No, ti dico che dipende dal contesto locale, dalla singola scuola, da tanti fattori. Teoricamente aprire è possibile, ma bisogna avere la volontà, prendersi la responsabilità e affrontare tutti i rischi. Ma visti appunto i tanti dubbi, è più facile non riaprire, e non mi sentirei comunque di biasimare il Sindaco o i Presidi se dovessero non farlo. Vanno valutati tutti i pro e contro. Una soluzione potrebbe essere pure questa…”

Quale?

“L’Asp stessa potrebbe prendersi in carico la questione dei controlli sul rispetto dei protocolli sanitari e sulla loro applicazione, attraverso sopralluoghi nelle singole scuole, ma Asp al momento ha i suoi problemi… si rischia di sovraccaricare il lavoro delle Asp che è già molto gravoso. Perciò al momento hanno altri problemi di cui occuparsi, stessa cosa vale per il Governo che dovrà occuparsi dei tanti lavoratori di ristoranti e palestre che sono rimasti fermi. Però a lungo termine la questione andrà risolta…”

Infatti per ora i bambini mangiano in classe, non ci sono gli stessi problemi?

“Fino a un certo punto, in classe la parte fa già da barriera, gli alunni sono fermi in classe e non si spostano per andare a mensa. Si rischia di creare assembramenti e aumentare i rischi di potenziali contagi. per questo ci servono chiare norme di comportamento che è difficile insegnare ai bambini, soprattutto quelli delle elementari”.

E per esempio per Asp fare questi controlli sarà anche un costo…

“Guarda, più che di costi, che alla fine non sono così ingenti, è come detto tutta una questione organizzativa e di responsabilità sulla sicurezza dei bambini, degli insegnatni e degli operatori”.

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