Esperienza fra i clochard del Ganzirri 1

di FraPè – Uno dei capisaldi dello scautismo è il servizio, che non è solo un gesto o una buona azione da compiere quando ne hai occasione,  ma uno stile di vita che l’Agesci abbraccia e promuove.

Nel desiderio di far crescere i propri ragazzi Rover e Scolte, il gruppo Ganzirri1, sabato e domenica ha voluto vedere come i greci del Vangelo di questa domenica Gesù.

Lo ha fatto svolgendo servizio presso la Stazione Centrale di Messina.

I ragazzi Giulia, Paola, Chiara, Cetty e Alessio accompagnati dai loro capi Dino, Monica e Cettina si sono recati al Santuario Nostra Signora di Lourdes retto dai Frati Minori, ad aspettarli c’erano i fratelli e le sorelle dell’Ordine Francescano Secolare i volontari e i Frati.

Dopo la preghiera e l’accoglienza i giovani scout coordinati dai francescani hanno preparato panini, confezionato i pacchi del cibo per poi andare in stazione.

Per i ragazzi del Ganzirri1 era tutto un novità, ma si sono saputi integrare benissimo, hanno distribuito il cibo, hanno creato relazione con i poveri, hanno conosciuto coloro che vivono la stazione luogo di povertà e anche di degrado morale.

Ma il bello deve ancora venire.

Divisi in due gruppi gli scout hanno accompagnato i francescani per le vie della città per la distribuzione ai clochard che stanno in strada e che non vanno in stazione.

L’impatto è stato forte. Vedere gente adagiata sul marciapiede, con abiti o coperte inzuppate per la pioggia sorridere e non lamentarsi.

Hanno sperimentato gli imprevisti della strada, perché quando erano sul punto di tornare in convento hanno dovuto aiutare un  eritreo. Lo hanno accompagnato alla marittima fare il tampone e poi al dormitorio pubblico Casa di Vincenzo dove accolti amorevolmente e secondo le norme del momento dal Signor Gianfranco e dalla Signora Antonella che hanno raccontato lo scopo del dormitorio e il loro compito di operatori.

Oltre al servizio i nostri amici scout hanno svolto un’azione politica, un’azione rivolta all’uomo.

Scolte e Rover insieme ai loro capi del Gruppo Agesci del Ganzirri1 ritornano alle loro case con la conoscenza diversa della propria città e con il volto dell’eritreo dal nome difficilissimo, di Giovanni, Antonino, Natale, Giosuè, Luigi e  di tantissimi altri impressi nel cuore e nella mente, e con la consapevolezza che la fede è saper vedere in quei volti Cristo.

Entusiasti ma anche tristi per ciò che hanno sperimentato, per le storie ascoltate, per toccare con mano l’impotenza dell’uomo davanti alle scelte dell’altro. Ma soprattutto desiderosi di ritornare con i propri amici per continuare a servire non in un determinato giorno o momento ma sempre, perché servire è lo stile Scout.

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