Caso Tringali, Musolino risponde a Sorbello: “usato tono denigratorio” contro Giunta

di Michele Bruno – A seguito dell’interrogazione inviata dal Consigliere Salvatore Sorbello sul caso della festa all’Istituto Antonello per l’Assessore Laura Tringali, risponde l’Assessore Dafne Musolino per la Giunta De Luca.

Sorbello aveva chiesto “se il Comandante Giovanni Giardina abbia avuto gli stessi input ad agire come per le case d’appuntamento e per gli sciatori o la questione vada insabbiata nonostante le gravi dichiarazioni autoaccusatorie e confessorie da parte della stessa Tringali”. 

L’Assessore ha risposto al consigliere che si rileva un “tono denigratorio per le modalità con le quali è stata articolata” e che “il contenuto dell’interrogazione dimostra una scarsa conoscenza del ruolo e delle competenze della Polizia Municipale, finendo per scadere nella burla”.

Musolino specifica che “aveva già chiesto, ‘motu proprio’, d’intesa col Sindaco, che venissero svolti gli accertamenti del caso” e che “è appena il caso di chiarire che la modalità e i tempi sono nella disponibilità della Polizia Municipale, … non potendo il Sindaco né l’Assessore indirizzare l’attività investigativa, né i relativi accertamenti, e che così come del pari la scelta di ‘perseguire’ l’Assessore non spetta alla Polizia Municipale ma all’Autorità Giudiziaria, ove ravvisi gli estremi di una fattispecie di reato”.

Nella risposta Musolino chiarisce poi , rispondendo alla domanda di Sorbello, che a seguito della relazione della Polizia Municipale sul caso sarebbe stato chiarito che l’Istituto dispone delle autorizzazioni sanitarie SCIA e DIA ed è iscritta al REA quale partita Iva, e alla Camera di Commercio con Codice ATECO 56.10.11: può quindi realizzare prodotti di gelateria e vendere alimenti e bevande, fare ristorazione pubblica e collettiva e produrre pane, pizza, prodotti da forno e pasticceria.

Viene inoltre detto che “La Polizia Municipale, all’esito degli accertamenti, ha concluso che ‘non si è avuto modo di comprovare l’avvenuto svolgersi di un’attività diversa da quella di una collegiale consumazione di un pasto durante la consueta e quotidiana pausa pranzo’ “ . Insomma non si sarebbe svolta alcuna attività contraria alle norme anti-covid e non prevista nelle attività scolastiche.

Secondo Musolino “laddove il consigliere Sorbello avesse ritenuto l ‘essersi compiuto un gravoso illecito, la forma più diretta esposizione dei fatti era quella della denuncia/querela”. 

Tralasciando i toni sarcastici con cui Sorbello pone l’interrogazione, e i dubbi sulla legittimità dell’uso in sé dello strumento dell’interrogazione, va ricordato che c’è un’inchiesta aperta da parte della Procura della Repubblica su quella che è apparsa agli inquirenti come una “Polizia Giudiziaria Parallela” che avrebbe indagato sul caso degli sciatori e sulle case di appuntamento a Messina non su richiesta della Procura stessa, bensì di Palazzo Zanca.

Se l’inchiesta dovesse riscontrare responsabilità in capo al Sindaco e allo stesso Assessore Dafne Musolino, e soprattutto verificare che indagini di questo tipo siano davvero avvenute su indirizzo politico, si paleserebbe l’uso di due pesi e due misure, proprio dove Musolino fa intendere che non è compito della Giunta indirizzare l’attività investigativa della Municipale.

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