Verso la Regione, De Luca “mi dimetto a Febbraio, sono candidato da tempo”

da sinistra Gianfranco Micciché, Cateno De Luca e Danilo Lo Giudice

Cateno De Luca si candida alla Presidenza della Regione Sicilia, come successore e molto probabilmente sfidante di Nello Musumeci. Non è un mistero visto che lo ha fatto capire più volte dichiaratamente. Adesso però ci sono delle date. L’attuale Sindaco di Messina si dimetterà a Febbraio 2022 per preparare la campagna elettorale.

Non solo, De Luca ha messo a punto un documento, consegnato al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana,  “Un preavviso di sfratto cui l”onorevole Micciché può rispondere battendo un colpo da Presidente del Parlamento, che agisce a tutela di tutti i cittadini, di tutti i territori e soprattutto a tutela della dignità e del lavoro del Parlamento. Un preavviso che, in assenza di segnali concreti non potrà che diventare un avviso di sfratto.”

E’ ciò che ha detto oggi il Primo cittadino di Messina, durante la conferenza stampa indetta a seguito dell’Assemblea degli amministratori di Sicilia Vera, il suo movimento politico, e con la quale vengono esplicitate le sue intenzioni sul futuro.

Il documento consegnato oggi a Gianfranco Micciché è relativo a quella che De Luca ha definito ‘la vertenza Messina’, ma “che potrebbe però benissimo essere una ‘vertenza Catania’ o una ‘vertenza Palermo’, – ha aggiunto – visto che il 90% dei problemi accumuna le grandi e le piccole città e comunità ed è legato alla mancata attuazione delle leggi e ai comportamenti del Governo regionale.”

De Luca ha sottolineato di essere “già candidato alla Presidenza e di esserlo da tempo con un percorso, anche legato a scadenze istituzionali, che prevede le dimissioni da sindaco di Messina a febbraio.”

“Non mi interessa fare politica fine a sé stessa – ha detto De Luca – ma portare a Palazzo d’Orleans la mia esperienza che è quella delle azioni concrete da amministratore pubblico. Un progetto rispetto al quale non ho preclusioni di sorta verso alcuno, ma che sarà basato su un decalogo di metodo e di intenti, che al primo punto avrà l’assoluta incompatibilità con le esperienze di governo di Crocetta e Musumeci: nessuno degli assessori di questi governi potrà avere spazio nella mia squadra.”

Proprio rispetto a Musumeci, De Luca ha chiesto “scusa ai siciliani per averne supportato l’elezione, una vera sciagura per la nostra terra”, ma ora, ha aggiunto “non sarà consentito a chi ha determinato lo sfascio di tornare sul luogo del delitto” a partire dall’Assessore al Bilancio, che De Luca stesso definisce col nomignolo di ‘Armao Meravigliao’ (Gaetano Armao), e che accusa di essere “l’artefice dell’attuale disastrosa situazione del bilancio certificata dall’assenza del consuntivo 2019 e 2020 e ancor più colpevole per la mancata applicazione delle norme sull’utilizzo dei fondi POC e per la totale assenza di programmazione della spesa.”

Infine, da De Luca quella che appare una sfida al Governatore Musumeci e ai suoi assessori: “nei due giorni di dibattito che Sicilia Vera con Danilo Lo Giudice sta organizzando a Taormina parleremo di temi fondamentali non solo per l’attualità ma soprattutto per il futuro della Sicilia, dalla spesa comunitaria agli enti locali, dal rapporto con Roma alla programmazione. Su questi temi abbiamo costruito un dialogo e un momento di confronto con quasi tutto l’arco costituzionale, ma guarda caso fino ad ora non hanno accettato l’invito solo gli Assessori di Musumeci.”

Da qui l’invito esplicito “agli Assessori Baglieri, Armao e Zambuto, e perché no allo stesso Presidente Musumeci, perché vengano a confrontarsi con gli oltre 250 amministratori di Sicilia Vera e a parlare dei problemi reali dei Comuni, che sono poi i problemi reali dei cittadini.”

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